STRANO MA VERO; TALVOLTA LE SQUADRE, NEL CASO IN SPECIE QUELLA DI GOVERNO, GIOCANO BENE IN TRASFERTA, NON COSÌ SUL CAMPO DI CASA

UNO SGUARDO DA PONTE
di Domenico Ocone
Continuando la diuturna serie ‘tutti vanno dappertutto”, la Premier Meloni e i ministri competenti hanno partecipato ieri e il giorno prima alla riunione del Gruppo Europeo a Bruxelles. Erano all’ordine del giorno vari argomenti, tutti di notevole importanza. Tra di essi in particolare erano in maggiore evidenza il problema degli emigranti clandestino con gli sbarchi avventurosi conseguenti e la ripresa del funzionamento del patto di stabilità. Il team italiano ha operato nella direzione giusta, tanto da meritare l’apprezzamento della Commissario Von der Leyen. Per il problema di quanti scappano dagli orrori dei loro paesi, ha trovato conferma il pensiero difeso a spada tratta dalla Primo Ministro Italiana. La stessa ha ribadito che esso deve essere considerato di importanza primaria e in quell’ottica affrontato e risolto insieme. L’augurio a questo punto è che da ora in poi si passi ai fatti e si metta da parte la pratica spesso adottata dell’ uso di inutili pannicelli caldi. Continuando così a produrre i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, talvolta ancora più disumani delle cause che innescano la decisione di quelle partenze, i diversi tipi di disperazione. L’altra importante marcatura la squadra tricolore l’ha data a quanto dovrà accadere dopo la fine, il prossimo 31 dicembre, della sospensione del patto di stabilità. Sono diverse le proposte di modifica del piano preesistente allo scoppio della pandemia, causa prima della sua sospensione, seguito poco dopo dalla guerra ai confini orientali della EU. Volendo sintetizzare la risoluzione di massima che dovrebbe, salvo affinamenti, definire la nuova versione di quel patto, è che sarà possibile paragonarlo a un abito confezionato su misura. In maniera più esplicita, ogni paese dovrà sottoscrivere quello preparato insieme con i governi locali, che sarà così realmente nelle condizioni di poter essere rispettato. Non è una revisione da poco e il pericolo che ne potrà conseguire sarà che l’ipotesi di un’ Europa Unita a più velocità possa prendere ancora più piede. Del resto, da che mondo è mondo, non è stato mai possibile prendere due piccioni con una fava e difficilmente lo sará anche in futuro. Altri e altrettanto importanti sono stati gli argomenti trattati, a partire dalla efficienza e quindi sicurezza del sistema bancario europeo, messo in forte dubbio dall’andamento negativo generalizzato delle principali borse. A tanto si aggiunga altrettanto timore dei rischi di contagio che potrebbero provenire dagli USA e dalla loro enclave finanziaria in Europa, la Svizzera. Per quanto gli italiani possano ritenersi soddisfatti di come i loro rappresentanti si siano comportati nella sala riunioni della Casa Comune, non possono fare altrettanto riflettendo su come gli stessi stiano operando a Roma, nel tentativo di risolvere i problemi di casa, cioè del Paese. Al momento maggioranza e opposizione hanno due pesanti spade di Damocle che pendono sul proprio capo. Una, la più pesante, anche se non nell’ imminenza di colpire il bersaglio, è quella che rappresenta i ritardi nell’ esecuzione di quanto previsto dal PNRR. È bene darsi quindi da fare per rimediare, cercando di riguadagnare il tempo perduto, Si potrà evitare in tal modo che prendano corpo gli incubi che una situazione del genere può far produrre alla mente. Quindi sarebbe più che opportuno che entrambi le Camere, quindi il Parlamento, adottassero da subito un comportamento più consono a un teatro che non a uno stadio, come invece sta accadendo ormai da tempo. Un adagio in uso nelle masserie ormai consolidato vuole che in chiesa si debba adottare un comportamento di pacata devozione verso i santi, mentre in taverna ci si adegui, nel parlare e nell’agire, al livello dei furfanti. Basterebbe solo questa considerazione, se ben interpretata, a far si che i parlamentari si convincano a rientrare nel proprio ruolo. Anche perché a breve essi si troveranno a dover premere il piede sull’ acceleratore per affrontare una sfida più che impegnativa. Consisterà nel tentativo di sbrogliare le matasse che sono già e che continuano a arrivare sui tavoli di gestione delle crisi aziendali, Già al momento su di essi sono in attesa di essere dipanati tanti di quei gomitoli che corrispondono a circa 100.000 posti di lavoro, ovvero quanti sono gli abitanti di una città di provincia. Con molta amarezza si deve prendere atto che, analizzando gli interventi di politica economica messi a punto dai ministri competenti, quegli esecutori attualmente sono paragonabili a un preciso tipo di medici. DI quei professionisti o che tali presumono di essere, che tentano di curare la polmonite con lo sciroppo per la tosse. Quanto preoccupa di più è che, se il loro comportamento scaturisce da scarsa competenza, il fatto in sé è già grave. Se, come sembra più probabile che sia, la loro condotta è condizionata da ordini di scuderia, meglio di gruppi politici, allora il problema diventa più complesso di quanto possa già sembrare. In questa circostanza gli italiani corrono il rischio di adottare un comportamento paragonabile, anche se solo alla lontana, a quello dei cugini d’oltralpe. Precisando che ricorrerebbero gli estremi, ma la base sociale e la cultura sono diverse nella giusta quantità che le mantiene diverse. Per fortuna degli italiani, almeno in questo frangente.