ELEZIONI AMMINISTRATIVE DI SCAFATI, PARLA ANNA ADAMO: “NON MI CANDIDO. NON LASCIO CHE LA POLITICA SFRUTTI LE MIE COMPETENZE ED IL MIO VISSUTO”

ANNA ADAMO È FORTE E CHIARA
di Martina Lanzetta
È con questa affermazione che Anna Adamo, giornalista salernitana, ha smentito ogni rumors circa una sua possibile candidatura al Consiglio Comunale di Scafati, città in cui ha vissuto fino al 2017, anno in cui si è definitivamente trasferita per ragioni professionali.
L’ abbiamo intervistata per comprendere meglio le ragioni che l’ hanno spinta a prendere le distanze dalle prossime elezioni amministrative del 14 e 15 maggio.
In molti davano per certa una tua candidatura, ma tu hai subito chiarito di non avere intenzione di candidarti. Quali sono le motivazioni di questa tua scelta?
Non so cosa abbia spinto molti a credere mi sarei candidata dal momento che, non essendo questa una mia aspirazione, non ne ho mai manifestato l’ intenzione. Però, si sa, in tempi di elezioni tutti credono di sapere tutto ed è lecito che qualcuno parli, soprattutto se, come nel mio caso, visto il lavoro che faccio, il mondo della politica non mi è sconosciuto.
Mi è stato proposto di candidarmi, ma ho subito rifiutato, perché non mi rispecchio in nessun progetto politico degli aspiranti sindaci, ma anche e soprattutto per ragioni professionali, per il mio vissuto, per la mia storia. Inoltre, Scafati è una città in cui non vivo più da molti anni, quindi credo sia inutile aspirare all’ amministrazione di una città in cui non si vive. Preferisco lasciare il posto a chi Scafati la vive ogni giorno.
Hai detto di non volerti candidare per ragioni professionali, per la tua storia e per il tuo vissuto. Ma, cosa lega tutto questo alla politica?
In politica, purtroppo, essere sfruttati è facile, soprattutto se si hanno, come nel mio caso, qualità e competenze che al giorno d’oggi poche persone possono vantare di avere.
Come se non bastasse, ho un vissuto forte, difficile, che non ho mai nascosto e di cui ne ho fatto una battaglia di vita che so perfettamente faccia fare audience, ossia proprio quello che cercano a Scafati in questo momento.
Io sarei, se mi candidassi, quella utile per fare bella figura, perché non ho nessun problema a parlare in pubblico, perché sono competente e ho le carte in regola, visto il mio vissuto, per far fare audience, per regalare voti ad altri.
Si, perché è questa la verità, servirei solo per regalare voti ad altri, cosa che mai farò, perché io so i sacrifici che ho fatto, quanto ho sofferto, quindi l’ unica ad avere il diritto di giocare con le mie competenze ed il mio vissuto come e quando voglio sono solo io, sia chiaro.
Mettessero in campo le loro competenze e le loro storie, se ne hanno e sono capaci di utilizzarle per arrivare dove vogliono, non le mie.
Sembra tu stia sminuendo coloro i quali sono in campo. È così? Per quale motivo?
Non sto sminuendo nessuno, non mi permetterei mai di farlo.
Sto semplicemente dicendo che, soprattutto in questo momento, è opportuno che ognuno faccia affidamento sulle proprie capacità per potercela fare, senza sfruttare nessuno.
Poi, si, è anche vero che ritengo che non tutti quelli che sono in campo sono capaci di svolgere al meglio il ruolo per il quale concorrono. Lo penso e non lo nascondo.
E no, non si tratta di sminuirli, è una questione di obiettività.
Molti avrebbero fatto meglio a farsi da parte.
Cosa, secondo te, manca a coloro i quali sono in corsa per uno scranno a Palazzo Mayer?
Mancano proprio le basi.
Molti non sanno da dove si inizia ad amministrare una città, credono che basti sedersi in consiglio comunale.
Non vi sono idee e programmi.
Molti altri, invece, sono le classiche facce già viste e riviste, di cui si è stanchi.
Una minestra che non era buona neanche appena fatta, figuriamoci adesso che sta per essere riscaldata!
Quindi non voterai?
Questo lo sapremo solo io, la scheda elettorale, la matita e la cabina.
Cosa ti auguri per Scafati?
Mi auguro che possa avere una amministrazione capace, il cui unico interesse sia quello di donare alla città lo splendore che merita.
Cosa ti senti di dire, invece, a chi sperava di convincere a candidarti?
Che quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Ed io, mi spiace per loro, a giocare ho imparato meglio di quanto si possa immaginare.