A GROTTAGLIE GIORNATE FAI DI PRIMAVERA CON IL COMPLESSO DEL CARMINE.SABATO 25 E DOMENICA 26 MARZO 2023

IL PRESEPE NELLA TRADIZIONE DEL CARMINE.DALLA PIETRA DI STEFANO DA PUTIGNANO ALL’ARGILLA DI EMANUELE ESPOSITO
di Vito Nicola Cavallo
A Grottaglie giornate FAI di primavera con il complesso del Carmine, sabato 25 e domenica 26 marzo 2023 con visite guidate a cura del Liceo Artistico V. Calò e IIS Don Milani – Pertini di Grottaglie. Scrive nella presentazione del sito FAI, Chiara Loscialpo, ex docente Liceo Artistico “V. Calò”, “nella parte settentrionale del centro storico della cittadina di Grottaglie, lungo la via G. Pignatelli, compreso tra la via Ennio (l’antica via Appia) e la porta d’Oriente, è ubicato il monumentale complesso architettonico della Chiesa Maria Santissima del Monte Carmelo. La complessa e articolata struttura religiosa ha sempre rappresentato per i grottagliesi una significativa testimonianza storica, religiosa ed artistica.
Per la comunità religiosa di Grottaglie il XVI sec. è stato un periodo importante, in quanto vide la fondazione di conventi e monasteri. Tra i primi ad insediarsi nel territorio furono i Carmelitani, nel 1505, seguiti dai Padri Minimi (1536) e dai Cappuccini (1546). Dopo la fondazione del convento dei Carmelitani, nella cittadina di Grottaglie si contava una numerosa presenza di ecclesiastici (134 religiosi), questo perché il territorio era una baronia arcivescovile.
La facciata della chiesa, che richiama lo stile barocco, risale ai primi anni del ‘700 ed è suddivisa in tre ordini architettonici. L’interno della chiesa è a tre navate con cappelle laterali con altari. Dalla navata sinistra si può accedere alla Cripta o, viste le dimensioni, chiesa rupestre, di cui si era persa traccia e ritrovata casualmente durante i lavori di restauro del 1998. Il chiostro del convento risale al XVI sec ed è decorato con affreschi raffiguranti la vita di Sant’Elia.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Durante le Giornate FAI di Primavera potremo visitare l’intero complesso del Carmine risalente al ‘500 che comprende: la chiesa, una cripta con affreschi dedicata alla Madonna della Grotta (rinvenuta nel 1998), un convento, un chiostro con affreschi e la confraternita dei Carmelitani con annesso giardino. Il Convento carmelitano di Grottaglie è stato tra i pochi ad aver formato e dato alla collettività religiosa figure importanti per la chiesa, come: due vescovi, un teologo che partecipò al Concilio di Trento e un Generale dell’Ordine Carmelitano. In seguito alle soppressioni religiose dell’800, prima con quella napoleonica e poi con quella piemontese dell’Unità d’Italia, i Padri Carmelitani andarono via da Grottaglie senza più fare ritorno, determinando una perdita non solo spirituale ma anche culturale per la cittadina. Il culto Mariano Carmelitano è tuttavia rimasto fino ad oggi grazie alla Confraternita che porta avanti quella spiritualità tipica dell’ordine dei Carmelitani.”
La storia di Grottaglie ha un forte tratto carmelitano. In Puglia vi erano già altri 7 conventi e il loro numero crescerà fino a 25 attorno al 1650. La fraternità di questi monaci fu la prima a raggiungere la terra di Grottaglie e dunque andò a costituire, in ordine cronologico, la seconda delle attuali sette parrocchie. Infatti esisteva già un ben nutrito numero di sacerdoti della Collegiata (la Chiesa Madre) e solo diversi anni dopo verranno i padri Minimi (1536) e i Cappuccini (1546). Per la costruzione del monastero i religiosi poterono beneficiare della donazione del suolo, di alcune case e di una grotta; tutto questo era dono di don Romano de Romano, presbitero della Collegiata. Nella grotta vi era affrescata una effige della Vergine Maria, nota con il titolo di Madonna della Grotta, la quale testimonia un culto a Maria precedente a quello carmelitano. Tale effige nel corso dei secoli fu spostata nella parte superiore della Chiesa, come testimonia un antico documento, lo Status Conventus (1703) opera di don Paolo D’Alessandro (1659-1744). Quando poi si chiuderà la cripta, si perderà la memoria storica del resto del patrimonio del Carmine; ad esempio rimarranno per secoli nell’oblio gli affreschi di Sant’Apollonia e Santa Caterina d’Alessandria, sepolti fino al 1998 con il resto della cripta.
La storia carmelitana di Grottaglie vide nel tempo diversi uomini illustri portare il nome della città fuori dalle sue mura. Oltre ai numerosi capitoli provinciali carmelitani dei sec. XVI e XVII, passò di qui uno dei padri generali, il Fantoni. Il Carmine diede inoltre i natali al p. Antonio Marinaro Senior (1500 – 1580). Questi fu reggente per la provincia di Puglia per 36 anni, lavorò presso la curia romana come Procuratore Generale dell’Ordine e, fatto ancor più prestigioso, fu uno dei teologi del Concilio di Trento. Altro personaggio illustre fu il nipote, il p. Antonio Marinaro Junior (1605-1689). Come lo zio fu molto apprezzato per l’elevata dottrina teologica tanto che fu per tre volte provinciale della provincia romana. Morirà come vescovo titolare di Ostia e Velletri. Dell’epoca seicentesca ricordiamo anche il p. Maestro Cesare Tripalda, p. Domenico Antonio Basile e Giovanni Stefano Verga. Dell’epoca settecentesca e ottocentesca sono gli altrettanto famosi p. Maestro Francesco Paolo Quaranta, segretario generale dell’Ordine; p. Giovanni De Laurentis, nominato da Benedetto XIII vescovo di Capri; p. Nicola Maria Ricchiuti, primo Priore Generale dell’Ordine in tutta la storia del Mezzogiorno; p. Pietro Antonio Carrieri, filosofo e letterato all’interno della provincia pugliese. Al nostro secolo appartengono invece parecchi sacerdoti ancora operanti nel clero italiano. Tra questi ne ricordo due per tutti: p. Bernardo Cervellera, religioso del P.I.M.E. e attuale direttore dell’agenzia internazionale di stampa Asianews.it e Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Salvatore Ligorio Arcivescovo Metropolita di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, Arcivescovado di Potenza. La confraternita nacque subito sotto la direzione dei padri carmelitani; solo nel 1612 ebbe il suo primo statuto approvato, e che sarà riconfermato nel 1644 dall’allora Arcivescovo di Taranto, Mons. Tommaso Caracciolo.