MANTOVA: I VASI SACRI E LE RELIQUIE CUSTODITE NELLA BASILICA DI SANT’ANDREA

DOPO 2000 ANNI LA VENERAZIONE PER IL PREZIOSISSIMO SANGUE DI GESU’ CRISTO
di Catalina Mioara Georgescu
I vasi sacri del Preziosissimo Sangue di Gesù a Mantova in Lombardia
Oggi 11 marzo 2023, ci troviamo a Mantova, in una città bellissima e fantastica, un museo a cielo aperto, capitale italiana e internazionale della cultura, piena di arte, storia, religione, tradizioni.
Siamo qui alla Basilica di Sant’Andrea di Mantova (fu progettata da Leon Battista Alberti; i lavori iniziarono nel 1472 e vennero conclusi 328 anni dopo con la costruzione della cupola su disegni di Filippo JuvarraI), dove abbiamo il privilegio di assistere ad un evento unico, pieno di emozioni; si parla dei vasi Sacri del Preziosissimo Sangue di Gesù (così come vengono chiamate le reliquie del preziosissimo sangue di Gesù da parte dei cittadini mantovani), custoditi all’interno di una cripta della chiesa e che vengono esposti al pubblico una sola volta l’anno, quando in città si organizza la processione del Venerdì Santo. Per gli altri 364 giorni invece il silenzio è totale. Ma oggi, i vasi Sacri sono esposti in Chiesa, davanti ai nostri occhi e dove centinaia di persone li hanno potuto venerare.
Nella fascia dei due Sacri Vasi custoditi in cripta, eseguiti dall’orafo Giovanni Bellezza nel 1876, al di sopra del fusto si legge la seguente scritta: “Jesu Xti Sanguis” sul davanti e “Felix Mantua”, sulla parte opposta. La Basilica Concattedrale di Sant’Andrea è un monumento della fede e dell’arte; dagli affreschi, alle tele dipinte in diverse epoche, ai monumenti sepolcrali provenienti da altre chiese soppresse e qui raccolti nelle varie cappelle.
La storia delle sacre reliquie di Mantova
Anche se poco mediatica la storia dei Sacri Vasi di Mantova, essa è molto intrigante: tutto comincia con il giorno della crocifissione di Cristo, nel momento esatto in cui il centurione romano Longino trafisse con la sua lancia il costato di Gesù Cristo. Il fiotto di sangue e acqua che uscì non appena estrasse la punta, gli finì diritto negli occhi, guarendolo all’istante da una malattia che lo aveva reso quasi cieco, fatto che lo fece esclamare “Davvero costui era il Figlio di Dio!”, a quel punto Longino, incredulo di fronte al miracolo e poi, inorridito di fronte al crimine commesso, scappò portando con se la spugna con la quale aveva dissetato Gesù Cristo e un pugno di terra intriso del suo preziosissimo sangue. Con le due reliquie custodite in una cassetta metallica, Longino attraversò il Mar Mediterraneo, risalì la penisola italiana e arrivò fino a Mantova, dove decise di nascondere il suo prezioso carico e mettendolo in un posto sicuro, fuori dalle mura della città. Ovvio che la sua scelta non è stata facile, dopo una attenta riflessione scavò una buca in un orto dove in quel tempo lontano sorgeva un ospizio per pellegrini e dove, secoli dopo, verrà costruita la Chiesa di Sant’Andrea.
Ma le tribolazioni di Longino non finiscono lì; nel 37 D.C, stanchi delle sue continue predicazioni, i pagani decisero di inseguirlo e poi decapitarlo. Longino morì martire e così poco alla volta sulle reliquie calò il silenzio. Ma grazie all’apostolo Andrea vennero ritrovate. L’apostolo comparve in sogno ad un fedele per svelare il punto esatto dove si trovavano. Più tardi Papa Leone IX le dichiarò “autentiche”, scatenando così una vera caccia alle reliquie. Dopo un periodo pieno di tribolazioni, i resti delle reliquie vengono chiusi in due vasi dal peso di due chili ciascuno, ordinati nel 1530 a Milano da Isabella d’Este e realizzati da Benvenuto Cellini: uno per il Preziosissimo sangue, l’altro per l’Umilissima spugna. Purtroppo i travagli non finiscono qui; a metà dell’Ottocento, l’esercito austroungarico li distrugge, ruba l’oro, disperde il sangue e la spugna, ma per fortuna alcuni grumi della terra intrisa del sangue del Gesù Cristo erano stati custoditi nella chiesa di Santa Barbara, che poi ritornano nella Chiesa di Sant’Andrea quando Francesco Giuseppe (l’imperatore di Austria e Ungheria), chiede scusa al Papa per l’accaduto e regala a Mantova altri due vasi d’oro massiccio. I vasi sono ancora lì e ogni Venerdì Santo vengono esibiti per la processione con un’operazione complessa, che procede con l’estrazione dei due vasi: le reliquie infatti si trovano in un’urna di marmo assicurata da quattro chiavi custodite dal prefetto, dal vescovo, dal parroco e dal Capitolo del Duomo. Per poter tirarle fuori è necessaria la presenza di tutte e quattro le personalità contemporaneamente, altrimenti non è possibile.
Compagnia del Preziosissimo Sangue di Gesù Cristo a Mantova
La Compagnia del Preziosissimo Sangue di Gesù Cristo a Mantova rappresenta una confraternita laicale che fa parte della Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia ed è fondata nella città di Mantova in tempi molto antichi: dal1459 ai tempi di Papa Pio II, altri la fanno risalire intorno al Mille, prima di Matilde di Canossa), per poi essere rifondata il 14 settembre 2010.
La sua sede si trova nella Zoiolera, palazzetto gonzaghesco situato in piazzetta Santa Barbara a Mantova, ed è strettamente legata alla Reliquia del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo misto a terra del Monte Calvario e che ora contenuta in due reliquari gemelli in oro e pietre preziose.
La Compagnia ha compiti di custodia degli stessi quando esposti. Organizza convegni, conferenze e pellegrinaggi. Inoltre ha donato una lanterna all’altare del Preziosissimo sangue in Cripta e patrocinato il restauro di mobili e oggetti antichi in Basilica, impegnandosi, come ha chiesto il vescovo di Mantova mons. Marco Busca, con il proprio esempio, a ricordare che la Chiesa mantovana si basa sul possesso di uno straordinario segno che rimanda direttamente al centro del messaggio cristiano: la Passione, la Morte e la Resurrezione di Gesù Cristo.
Tra i principi fondanti indicati nello Statuto che la costituisce, emergono: la venerazione del Preziosissimo Sangue, l’organizzazione con la Diocesi della solenne Processione del Venerdì Santo, la formazione spirituale dei suoi componenti, la conoscenza storica e teologica della reliquia e la cura del luogo dove è custodita. Tra gli obblighi morali ci sono: la formazione spirituale permanente, accostarsi con frequenza ai sacramenti, compiere esercizi di preghiera personale e comunitaria, effettuare opere di carità e misericordia sia corporali sia spirituali.
Le sequenze della cerimonia vedono scendere Sua Eminenza il Vescovo nella cripta sotterranea della Basilica di Sant’Andrea, seguito dal Prefetto, Autorità e da molti fedeli. L’apertura è un’operazione laboriosa che comporta l’impiego di ben 12 chiavi. In rispettoso silenzio vengono aperte una dopo l’altra le serrature dei forzieri, le cui chiavi sono conservate da autorità ecclesiastiche e statali. Quando i due vasi sono all’esterno, il Vescovo insieme da un’ altro prelato, percorrono la cripta e le strette scale che portano nella Basilica, poi i due reliquari sono posti ai piedi del Cristo crocefisso nel lato sinistro dell’abside della Cattedrale.
Per tutto il pomeriggio e la serata la Cattedrale diventa meta dei mantovani, dei turisti che vengono da tutto il mondo, che renderanno omaggio alla Reliquia e poi viene riposta nuovamente nei forzieri della cripta sotterranea.