L’USO DELLE BUONE MANIERE DEVE ESSERE SEMPRE E COMUNQUE ADOTTATO IN OGNI OCCASIONE, ANCHE SE NON PACIFICA

UNO SGUARDO DA PONTE
di Domenico Ocone
Ancora una volta a oriente si agisce in barba a ogni canone del vivere civile. Un delinquente con il salvacondotto del Cremlino, il Comandante della famigerata formazione di mercenari Wagner del quale non vale la pena nemmeno citare il nome continua a comportarsi in maniera inqualificabile. Se proprio si vuol fare un riferimento, peggio del più esecrabile rappresentante della mafia russa. In più si sente autorizzato a insultare gratuitamente il Ministro della Difesa Crosetto. La risposta a Napoli sarà stata immediata: ” che parliamo a fare -perché insistiamo a parlare- sempre delle stesse cose”, trascurano di conseguenza I problemi che, sembra una maledizione, tormentano giorno dopo giorno sempre di più il Paese e il resto del mondo.
In campagna diranno che ogni botte dà il vino che contiene e che non si può estrarre il sangue dalle rape. Intanto il mondo continua a girare, trascinando così e rimescolando, a mò di impastatrice, i suoi problemi, tra di essi le miserie accennate prima. Saggezza popolare vorrebbe che tali modi di proporsi venissero ignorati, in ossequio al detto che vuole che il maggior disprezzo che si possa esprimere in situazioni del genere sia la noncuranza verso la persona fuori luogo. Tale non si può definire un mercenario che pratica ogni tipo di nefandezza, quindi è giusto che si risponda per le rime al burattinaio di turno che lo aziona. Tutto ciò contribuisce a distogliere l’ attenzione da quanto nei giorni scorsi era stato descritto come un po’ di “mare”, cioè acque agitate, che potrebbe rivelarsi presto uno tsunami vero e proprio. La Sylicon Valley Bank, creata al solo fine di finanziare le start up ubicate nella valle da cui prende il nome, è finita in default con le conseguenze facilmente immaginabili. Fin qui un “può capitare”, anche se tirato per i capelli lo si può ancora accettare. Ciò non toglie che, al di quà dell’Atlantico, lunedì le borse sono andate in fibrillazione e la chiusura può essere definita da incubo. Quella che tra le europee ha registrato il risultato peggiore è stata la Borsa di Milano. Ciò si spiega per il fatto che è quella tra di esse a trovarsi in listino la quantità maggiore di attività finanziarie bancarie e non. Senza assolutamente voler fare paragoni o trarre conclusioni affrettate, la disfunzione rovinosa di quella banca, riconsiderata ex post, sembra un caso da manuale. Eppure gli aziendalisti del Nuovo Mondo sono stati da sempre in prima linea a sostenere che, a partire dai primi anni ’60, la Ragioneria aveva fatto il salto di qualità. Precisamente era evoluta da tecnica a scienza, l’ Economia Aziendale. Tra i primi studiosi di tale materia, a tirare la volata fu appunto un americano, George S. Ma. Quel manager innovatore andò ben oltre la messa a punto dei principi salienti della ragioneria, arrivando a formulare il pensiero che mentre essa rileva i fatti di gestione di una azienda per trasformarli in cifre, l’Economia Aziendale a sua volta usa le stesse per decidere quali strategie aziendali vanno impostate. Inoltre stabilisce che un’ azienda deve operare destreggiandosi con attenzione tra i suoi punti di forza e quelli di debolezza. Uno di questi ultimi è quello di avere pochi clienti seppure importanti, tutti dello stesso genere o quasi. L’azienda di credito californiana che ha chiuso rovinosamente i battenti la scorsa settimana, era tarata per l’appunto da tale vulnus: concedeva credito esclusivamente alle start up della Sylicon Valley. È bastato così che andasse in crisi quel comparto per mandare a gambe all’aria quella banca. Ora bisognerà attendere a stretto giro gli effetti negativi che si evidenzieranno nell’intero mondo della finanza e quindi del credito. Certamente la vicenda è stata come benzina sul fuoco e ancora non è ipotizzabile fin quando durerà e fin dove si propagheranno le fiamme. Senza dimenticare che in queste situazioni viene a galla una componente irrazionale, simile al panico, che fa sì che il danno possa aggravarsi. Ciò che più si presta a innescare comportamenti sconsiderati è la sfiducia generale che finisce per assalire tutti o quasi. Ora il rapporto tra banca e cliente è classificato innanzitutto come di tipo fiduciario. Così lo definisce la tecnica bancaria e al momento è proprio lo stesso a aver ricevuto uno scossone per i fatti recenti.. L’augurio è che esso non vada a aggiungersi a quelli da poco verificatisi. A Roma si sarebbe detto: “est modus in rebus”, c’è un limite a ogni cosa. E si spera che questa volta possa andare così.