QUALCOSA, QUA E LA NEL MONDO, STA CAMBIANDO, O ALMENO COSÌ SEMBRA. L’ AUGURIO È CHE NON SI TRATTI SOLO DI UN FUOCO DI PAGLIA

QUALCOSA, QUA E LA NEL MONDO, STA CAMBIANDO, O ALMENO COSÌ SEMBRA. L’ AUGURIO È CHE NON SI TRATTI SOLO DI UN FUOCO DI PAGLIA
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UNO SGUARDO DA PONTE

 

di Domenico Ocone

 

Inizia una settimana che, almeno per come si annuncia, dovrebbe procedere allo stesso modo della precedente. In tiro, vale a dire con il piede spinto fino in fondo sul pedale dell’ acceleratore, a tavoletta. Intanto a fine della settimana scorsa, negli stessi giorni, sono stati almeno quattro i fatti di importante rilievo internazionale che si sono  concretati. La Commissario Von der Leyen è volata a Washington in visita ufficiale al Presidente Byden. Motivo ufficiale della stessa è stato confermare che la EU è e resterà l’alleato indiscutibile degli USA, tra occidente e oriente, pronta a condividere con essi onori e oneri, fedele al più che lungo sodalizio che unisce le due realtà geopolitiche. Intanto a Pechino il Presidente XI Jimping, alla scadenza del suo secondo mandato, ha ricevuto dal partito l’incarico per svolgere il terzo. Hoc erat in votis, si sarebbe detto a suo tempo nell’ Urbe, mentre il commento attuale suona un “era prevedibile”. Limitandosi a questa affermazione, si resterebbe nei confini di un linguaggio da salotto. In maniera più disincantata, il Sacerdote, il Comandante della Caserma dei Carabinieri del villaggio e il Farmacista per tutte le stagioni, prima che il secondo si staccasse dagli altri due per andare in chiesa a celebrare messa, hanno rinnovato il loro rituale laico a cadenza settimanale. Esso consiste nel bere il caffè insieme al bar, rispettando sempre e senza possibilità di errore il turno di chi è tenuto, di volta in volta, a pagare. Alla richiesta del barista del loro parere in merito a quell’ “affare cinese”, hanno risposto all’ unisono che quel risultato era scontato. Con l’aggiunta in latino pronunciata dall’uomo di chiesa: “Mao docet”, cioè continua a essere seguito alla lettera l’insegnamento di quel capopopolo. Non è andato lontano dalla verità il Don locale, in quanto da diversi mesi il presidente rieletto si stava dando da fare d’intesa con gli alti vertici del locale partito comunista perché venissero rimossi i limiti di eleggibilità vigenti. Tanto per essere coerenti con il propagandato “largo ai giovani”,’ avendo XI superato da un po’ la settantina. A ogni modo il governo di Pechino ha messo in pratica la sua influenza nel settore orientale, facendo il suo ministro degli esteri da pronubo al riavvicinamento dell’ Iran con la RAU, che si era interrotto ormai da circa sette anni. È un risultato molto importante in quello scacchiere: a stretto giro seguirà la riapertura delle rispettive ambasciate. Mai dire mai, in quanto talvolta i falchi riescono a farsi passare per colombe, sempre e comunque per beccare l’insetto più grosso, alzandosi in volo in anticipo. Diversamente, come potrebbe Pechino pensare di poter divenire la capitale, almeno come XI e compagni sperano, della potenza che ambisce a diventare egemone del mondo? Ritornando a considerare le cose di casa, a Roma, negli stessi giorni, è venuto in visita ufficiale il Premier israeliano Netanhyau. Vari sono stati i suoi spunti di dialogo con la Premier Meloni, intesi a ristabilire la giusta verve nei rapporti tra i due paesi, fin’ ora alquanto appannati. Tra di essi c’è stato quello della disponibilità dichiarata dall’ospite giunto dalla Terra Santa a fornire al Paese  idrocarburi. Aggiungendo che, attraversando la penisola, non ci sarebbero stati impedimenti a farlo giungere nel resto dell’ Europa. Ancora una volta è risultato corrispondente al vero l’ assioma che gli affari possono essere, oltre che motivi di contesa e quindi tristemente efficaci inneschi di scintille di guerra, anche gli strumenti adatti per ristabilire o rafforzare legami tra realtà geopolitiche anche molto distanti. Gli esempi per il passato sono stati numerosi. Solo per citarne qualcuno dei più importanti, quando i viaggiatori, in primis quelli passati alla storia, partivano alla scoperta di luoghi sconosciuti, non omettevano mai di portare con loro i prodotti del luogo di provenienza. Sarebbero serviti come merce di scambio con quelli realizzati dagli abitanti dei luoghi raggiunti. Agirono in tal modo sia Cristoforo Colombo che Marco Polo e la loro strategia risultò vincente. Sono passati i secoli e l’animo umano non è cambiato se non di poco e certamente non in meglio. Quanto sta accadendo in diverse parti del mondo è sotto gli occhi di tutti e non ha bisogno di essere commentato. Non così il fatto che il commercio e le relazioni economiche possano fornire concrete possibilità di mettere in essere occasioni di ricerca della pace. Condizione perché l’operazione possa riuscire, è che ciascuno dei contraenti durante le trattative lasci il leone che è in lui o con lui tra le pagine delle favole di Fedro. Per l’occasione sarà senz’ altro meglio improntarsi al comportamento dei buoi. Quando quei pacifici animali sono al pascolo, si ritagliano  il loro spazio e si tengono a distanza. In tal modo ognuno non invade il campo di ciascun altro degli stessi. Strano ma vero, talvolta imitare il comportamento degli animali può fare molto bene agli esseri umani. A prescindere, come avrebbe concluso Totò.

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DOMENICO OCONE

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