IL PENSIERO LIBERO DI LUIGI MAZZELLA

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SI PUÒ ACQUISTARE DA ZELENSKY UNA MACCHINA USATA?

di Luigi Mazzella

E’ comprensibile la preoccupazione di Joe Biden e del Deep State statunitense (CIA, FBI, Pentagono) di tenere fuori dai sospetti e “assolvere” Volodymyr Zelensky e le Autorità pubbliche del suo establishment dall’accertato volontario, doloso danneggiamento del Gasdotto Nord Stream.

Il sabotaggio, avvenuto il 26 settembre 2022 e compiuto con ingente carico di tritolo, della dispendiosa e difficile realizzazione costruttiva   che portava all’Europa il gas russo (e già disattivato dalla Germania in ossequio alle sanzioni) è stato compiuto da un gruppo Ucraino, stranamente non identificato per i suoi rapporti e collegamenti neppure dall’onniveggente e onnisciente CIA statunitense.

La scelta di privarsi del gas russo, pur se assolutamente necessario ed essenziale per il proprio benessere di vita, era stata provocata come conseguenza delle cosiddette “sanzioni” irrogate, dalla NATO (e, in buona sostanza, dagli U.S.A) a Putin  (senza ascoltare alcuna vox populi).

Era stata considerata da qualche osservatore politico una scelta “suicida” e persino paragonata al dispetto del marito che si priva dei suoi attributi per far dispetto alla moglie.  Non poteva negarsi, comunque, che avesse il carattere della volontarietà, stupida quanto si vuole ma”certa”. Come dicevano i Romani, il quisque de populo…coactus voluit sed voluit.

Dalla vicenda si può dedurre con maggiore certezza che Volodymyr Zelensky è l’uomo che non osserva i patti che sottoscrive.

I trattati di Minsk 1 e 2 sono stati da lui considerati “carta straccia” e le le sue milizie neo naziste in Donbass hanno continuato, imperterrite, per circa dieci anni, a usare i mortai contro i filorussi e i russofoni del Paese, in base al principio che fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio.

E ciò fino a quando non è stato pronunciato il classico “Quo usque tandem?” di ciceroniana memoria.

Poi, applicando l’altro motto secondo cui “ognun dal proprio cuor l’altrui misura” gli Ucraini hanno creduto poco agli impegni degli alleati “coatti” della NATO e hanno distrutto il gasdotto faticosamente costruito nel Baltico.

E’ stato come se non fidandosi della luce tenuta spenta dai loro fornitori di armi, avessero pensato bene di tagliare loro il filo della corrente elettrica.

Ciò che ci è stato rilevato dal New York Times pone qualche interrogativo.

Il portavoce per la sicurezza nazionale americano, John Kirby, ha detto, confermando la pista dolosa che sul sabotaggio della costosa opera da parte del gruppo ucraino sono in corso ben tre indagini.

La domanda è se la verità sulle responsabilità di Zelensky verrà mai fuori.

Probabilmente no. Resterà, comunque, una sana diffidenza.

Un tempo per additare, senza enumerarle espressamente, le caratteristiche negative e truffaldine di una persona si poneva icasticamente la domanda: Comprereste mai da lui una macchina usata?

Probabilmente no: né da lui né da Putin. E neppure, da Biden.

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LUIGI MAZZELLA

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