COA DI NOLA, PARLA L’ AVVOCATO MARGHERITA SIMONETTI: È ASSURDO CHE ABBIANO DISATTESO UN PARERE DEL CNF

COSA ACCADRÀ?
di Anna Adamo
Iscritta all’Ordine degli Avvocati di Nola dal 2004, l’avvocato Margherita Simonetti si è sempre tenuta fuori dalla politica forense e dalle dinamiche di palazzo, perché ha riscontrato nel Consiglio dell’Ordine la cristallizzazione di una classe dirigente sempre più lontana dai problemi che quotidianamente gli avvocati devono affrontare nelle aule di giustizia e che, con le proprie dinamiche interne, incomprensibili ai più, ha fatto crescere in maniera esponenziale la distanza con la base elettorale, lasciata senza risposte concrete.
Alle ultime elezioni, ossia quelle che negli ultimi tempi sono oggetto di una contestazione senza fine, ha però deciso di candidarsi e tanti sono i nodi venuti al pettine.
La candidatura le ha dato conferma di ciò che pensava riguardo il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nola? O si è ricreduta?
Datami la possibilità, non scontata vista la mia estraneità alle dinamiche di politica forense, ho deciso di mettermi in gioco ed espormi in prima persona con coraggio ed entusiasmo, perché credevo e credo fortemente che non basta lamentarsi ma agire perché le cose cambino.
Sono stata candidata in una lista che non è risultata vincente.
Ho dovuto riscontrare, nella breve campagna elettorale che ha preceduto le ultime elezioni tanto contestate, che ci sono dinamiche in cui non si riesce ad entrare facilmente e che non basta avere capacità, competenze, voglia di fare e abnegazione per mettersi in gioco e avere l’opportunità di lavorare al servizio della categoria.
Cosa, nello specifico, le ha dato conferma del pensiero che aveva da elettrice?
La visione che ho sempre avuto del Consiglio dell’Ordine è stata confermata dalle sue ultime azioni.
Costituisce entità estranea e distante non solo dalle problematiche che ciascun avvocato vive quotidianamente ma anche dalle dinamiche che coinvolgono i Consigli di tutt’Italia, come se fosse una realtà avulsa da ogni appartenenza.
Infatti, mentre i Consigli dell’Ordine di tutta Italia si sono allineati ad un parere del CNF andando a votare, Nola non voterà.
La lettura che si ha dall’esterno di tale vicenda è quella di voler perseguire un interesse personale anziché mettersi a disposizione della cosa comune e confrontarsi con il consenso dell’elettorato.
Se non si segue la linea guida data dal proprio Organo Rappresentativo Superiore che detiene gli interessi della categoria tutta come si può sperare che il COA di Nola faccia gli interessi dei propri iscritti?
Nel frattempo, mentre ci si perde in discussioni sterili, gli avvocati nelle aule giudiziarie lavorano male e non vedono risolti i loro problemi come il non sempre facile rapporto con i magistrati.
Tale rapporto, infatti, andrebbe rimodulato al fine di riequilibrare i ruoli e ciò sarebbe più facile attraverso una azione sinergica e coerente del Consiglio dell’Ordine di Nola.
Ma quale credibilità può avere un COA che non segue neanche le direttive del proprio Organo Superiore?
E’ necessario dare la possibilità di andare a votare e quindi permettere agli avvocati del Foro di Nola di esprimere la loro scelta in linea con il parere del CNF ma anche una prassi consolidata che ha visto tutti i Consigli dell’Ordine d’Italia seguire tale parere.
Ritiene che la politica forense debba essere divisa dalla politica in senso generale?
Assolutamente si, perché non si può pensare di strumentalizzare il Consiglio dell’Ordine per raggiungere obiettivi personali che fanno riferimento alla politica in senso generale.
È opportuno dividere le due cose perché noi avvocati siamo una categoria e il compito del Consiglio dell’Ordine è quello di tutelare gli interessi della stessa e risolvere i problemi che affliggono gli iscritti quotidianamente.
Durante la brevissima campagna elettorale che mi ha vista in campo ho tristemente rilevato il dato che un terzo delle persone iscritte all’albo si era cancellato o perché, a causa della contrazione del lavoro, non riusciva a sostenere più le spese di mantenimento degli studi, le spese per l’adempimento degli oneri della Cassa e Consiglio dell’Ordine, o perché era semplicemente scocciato e deluso dal non avere avuto negli anni le risposte concrete ai propri problemi dall’Organo che avrebbe dovuto rappresentarlo e tutelarlo.
Ritengo che il Consiglio dell’Ordine dovrebbe permettere a rotazione a tutti i professionisti di avere possibilità di lavoro, crescita e soprattutto formazione, affinché ciascun avvocato possa esercitare il proprio lavoro con passione e abnegazione indipendentemente dall’appartenenza a grandi studi legali.
Data la situazione, cosa prevede per il futuro dell’Ordine degli Avvocati di Nola?
C’è un futuro solo se si corre ai ripari.
Se chi rappresenta la categoria non avrà un’azione coerente e rispettosa della volontà della base elettorale gli avvocati continueranno a cambiare lavoro, perché si sentiranno sempre più mortificati nel loro ruolo.
L’avvocatura del Foro di Nola sta finendo ?
L’avvocatura non è finita, il mio è sempre un pensiero propositivo mai distruttivo, ma di certo il Tribunale di Nola presenta atavici problemi che richiedono un immediato intervento come ad esempio il passare le cause di giudice in giudice, circostanza che ingessa la fluidità della trattazione dei giudizi e fa slittare oltre ogni ragionevole comprensione i tempi di una decisione.
La figura dell’avvocato in questo modo ne esce inevitabilmente svilita.
E’ venuto il momento che il Consiglio dell’Ordine si faccia carico del grido di aiuto invocato da buona parte della avvocatura del foro di Nola attraverso un’azione coerente volta al raggiungimento dell’interesse comune di crescita in termini di qualità, autorevolezza e credibilità.
Cosa si sente di dire al Consiglio dell’Ordine?
Mi sento di dire loro di agire sempre secondo coscienza, cercando di fare ciò che si ritiene giusto con coerenza, mettendo da parte il risultato e l’interesse esclusivamente personale e guardando all’interesse della categoria.
Se la categoria viene rivalutata ciascun professionista del Foro di Nola acquisirà un maggior prestigio e un maggior rispetto.
Vorrei capissero che se il Consiglio dell’Ordine acquisisce maggiore credibilità, ciascun avvocato iscritto avrà più opportunità, possibilità e sarà rispettato e stimato.
Siamo tutti dei professionisti capaci e competenti, quindi bisogna fare la cosa giusta per l’intera comunità.
Da ultimo, come iscritta ed elettrice, mi sento di dire al mio Consiglio che un parere del CNF, organo superiore, seppur non vincolante va seguito, a maggior ragione se il Presidente di quest’ultimo è espressione del Foro di Nola.
Sarebbe stato opportuno allinearsi a ciò che è stato deciso, senza esitare.