RIQUALIFICAZIONE URBANA. “FARE CITTÀ, FARE COMUNITÀ”, CON DECREMENTO DEMOGRAFICO.I BUONI PROPOSITI TRA CHIMERA E PROPAGANDA

RIQUALIFICAZIONE URBANA. “FARE CITTÀ, FARE COMUNITÀ”, CON DECREMENTO DEMOGRAFICO.I BUONI PROPOSITI TRA CHIMERA E PROPAGANDA
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GROTTAGLIE, “IL FLOP” DEL DOCUMENTO PROGRAMMATICO DI RIGENERAZIONE URBANA, UN LIBRO DEI “SOGNI” PER IL SINDACO D’ALO’

di Vito Nicola Cavallo

Da tempo assistiamo alla corsa a “scimmiottare” tesi ed ipotesi di archistar-urbanisti o economisti nel voler provare a “rammendare l’urbano” (Renzo Piano ), o “ accrescere l’intervento dello Stato intervenendo con una spesa pubblica aggiuntiva. Gli effetti della variazione della spesa pubblica sono molto ampi e complessi ecc. “ (John Maynard Keynes Economista), e quanto si legge nel  Documento Programmatico di Rigenerazione Urbana del Comune di Grottaglie a cura dell’Area Tecnica del Comune di Grottaglie   redatto nel 2017  su iniziativa del sindaco Avv. Ciro D’Alò  e l’ Assessore Arch. Giovanni Blasi, in pratica un “libro dei sogni”.Un lavoro molto interessante colmo di buone intenzioni che però stride con l’effettiva azione ammnistrativa in carica, considerato che lo stato di degrado manutentivo della città e delle singolari decisioni assunti nel tempo (esempio deliberare la demolizione di una scuola o realizzare una pista ciclabile inutilizzata e causa di disagi agli abitanti) mortificano le buone intenzioni espresse ispirando a Renzo Piano e John Maynard Keynes.Abbiamo esaminato nel dettaglio il Documento Programmatico di Rigenerazione Urbana del Comune di Grottaglie, in particolare quanto approfondito nell’analisi socio-economica ed urbana della città ed in particolare del centro storico.

I propositi progettuali indicati nello stesso documento nel 2017 erano “ il “ricucire “il tessuto urbanistico (ri)creando una connessione Centro Storico – quartiere delle ceramiche – Periferia zona sportiva in modo da dotare il centro storico dei servizi di cui è carente (sport, verde e parcheggi) ,uso degli immobili comunali oggetto di Rigenerazione Urbana…innescare un effettiva partecipazione attiva del tessuto di associazioni, professionisti, liberi cittadini, enti, raggruppamenti di portatori di interesse di vario genere verso gli indirizzi della Rigenerazione Urbana….gestione degli spazi, degli immobili, delle strutture con un effetto moltiplicatore keynesiano per quanto riguarda la riqualificazione del tessuto sociale e culturale.”

Il risultato ottenuto dal 2016 ad oggi è stato il decremento demografico della città e del centro storico, unico incremento visibile è stata la realizzazione da parte dei privati di “proprie iniziative anche imprenditoriali da integrare nelle più ampie politiche di rigenerazione pubblica.”, tradotto, bar, ristoranti, insomma la movida grottagliese, attività rivolte- per la gran parte- a fruitori non residenti nel centro storico. “loco beverage” che il più delle volte entra in conflitto con i residenti, conflitti che si acutizzano (per altri motivi) anche nei rapporti di vicinato- interni al tessuto abitativo- che a volte sfocia in atti di violenza, vedasi l’ultimo caso verificatosi in danno di una signora che reclamava il proprio diritto al riposo, ferita a martellate da una donna di origine straniera.

Proviamo a dimostrare con dati ISTAT e studi realizzati nel tempo sul sistema urbano della città delle ceramiche. In uno studio realizzato dal dipartimento urbanistico dell’università degli studi di Firenze in “STUDI PER LA DEFINIZIONE DELLA DIMENSIONE URBANA DELLA CITTÀ’ DI GROTTAGLIE ATTRAVERSO IL SISTEMA RURALE DELLE MASSERIE” con la collaborazione dell’amministrazione Comunale di Grottaglie nel 1989 con una popolazione insediata di 30.000 abitanti si rilevò-con rilevazione diretta- che nell’area del centro antico di Grottaglie dell’estensione di 148. 460 metri quadri erano insediati 1479 grottagliesi in 907 abitazioni di cui 558 occupate e 339 disabitate, 381 con altri utilizzi. Nel dettaglio risultarono 1714 vani abitabili di cui abitati 1608. Le attività svolte dai residenti erano 558 non attivi, 178 disoccupati, 102 terziario, 57 industria, 75 agricoltura, 479 pensionati.

Nel 2002 popolazione complessiva residente   registra 32 mila unità circa, nella città antica di Grottaglie ed i residenti del nucleo antico rappresentano il 7% della popolazione. (6,9 per l’esattezza), di fatto registrando un incremento insediativo, grazie all’avvio di rigenerazione urbana avviato dall’amministrazione comunale a partire proprio dagli anni ’80.Nel “Documento Programmatico di Rigenerazione Urbana del Comune di Grottaglie” del 2017 si legge che “I dati Istat del decennio osservato, 2001/2011, ci permettono di leggere la trasformazione sociale e demografica che ha interessato il Centro Storico: ad abbandonare il nucleo antico sono stati soprattutto i cittadini residenti. L’espansione verso nord del nucleo antico inizia a manifestarsi, in modo pianificato, già nella seconda metà dell’ottocento e assume una certa rilevanza nei primi decenni del novecento. Questa espansione pianificata, non intacca, neppure marginalmente, la topografia della città antica. Città antica che subisce diradamenti e sostituzioni edili in particolare negli ultimi cinquant’anni……

Nei fatti, sempre secondo queste nuove rilevazioni, gli abitanti della città antica erano nel 1981 4.233. il 15,1% della popolazione grottagliese 1991 2.889 il 9,3% della popolazione grottagliese 2001 2.217 il 6,9% della popolazione grottagliese 2011 2.159 il 6,6% della popolazione grottagliese Rispetto ad una popolazione complessiva di poco più di 32 mila unità, nella città antica di Grottaglie oggi gli abitanti del nucleo antico non rappresentano nemmeno il 7% della popolazione. Cresce complessivamente la popolazione di Grottaglie e calano, in modo vistoso, gli abitanti del centro antico. Questo esodo è riscontrabile dal vero, visibile ad occhio nudo per chiunque percorra le strade del Centro Storico.

 Si è innescato quindi quel processo di svalutazione immobiliare che ha condizionato il mercato: gli immobili sono stati svenduti a poco prezzo e spesso ad acquirenti con poche possibilità di investimento economico che non avrebbero potuto – salvo sporadici episodi di ristrutturazioni consistenti da parte di investitori privati – sostenere adeguatamente le spese per la manutenzione dell’immobile in cui andavano ad abitare se non con opere di recupero primario per essere certi quanto meno della stabilità dello stesso. Inoltre, in quanti vivono o scelgono di abitare e vivere nel Centro Storico, viva è la consapevolezza della carenza di servizi e spazi sociali; l’assenza di progettazione e la scarsità degli investimenti ha finito per far calare ancor di più l’interesse dei cittadini. Va da sé che molti interventi sul patrimonio pubblico del Centro Storico, materiali e immateriali, sono stati fatti nel corso degli anni, “a macchia di leopardo”. È mancata però una visione d’insieme, sistemica, e non si sono utilizzate tecniche e strategie innovative che la ricerca urbanistica e le politiche per l’abitare hanno messo a disposizione dei territori. Per tutte queste ragioni l’Amministrazione Comunale di Grottaglie intende ragionare nell’ottica di procedere a quello che Renzo Piano definisce “rammendo urbano”, onde evitare di agire solo con la propria coscienza, comprendendo il bisogno primario di ricucire un contatto con le persone che abitano e vivono i luoghi per rinnovare una coscienza civica in parte spenta.”

Perfetto analisi e propositi progettuali ineccepibili, ma dal 2017 il “rammendo urbano” così enfatizzato, si è trasformato in una “toppa” peggiore del “buco”.

La conclusione del “flop” dei contenuti “Documento Programmatico di Rigenerazione Urbana del Comune di Grottaglie” del 2017, è il proseguimento dal 2016 ad oggi  dell’esodo, in modo vistoso, degli abitanti del centro antico, innescato quindi quel processo di svalutazione immobiliare che ha condizionato il mercato: gli immobili sono stati svenduti a poco prezzo e spesso ad acquirenti con poche possibilità di investimento economico che non avrebbero potuto – salvo sporadici episodi di ristrutturazioni consistenti da parte di investitori privati – sostenere adeguatamente le spese per la manutenzione dell’immobile in cui andavano ad abitare se non con opere di recupero primario per essere certi quanto meno della stabilità dello stesso. Inoltre, in quanti vivono o scelgono di abitare e vivere nel Centro Storico, viva è la consapevolezza della carenza di servizi e spazi sociali; l’assenza di progettazione e la scarsità degli investimenti ha finito per far calare ancor di più l’interesse dei cittadini. Va da sé che molti interventi sul patrimonio pubblico del Centro Storico, materiali e immateriali, sono stati fatti nel corso degli anni, “a macchia di leopardo”. È mancata però una visione d’insieme, sistemica, e non si sono utilizzate tecniche e strategie innovative che la ricerca urbanistica e le politiche per l’abitare hanno messo a disposizione dei territori.

La cartina di “tornasole” sono i dati ISTAT del decremento demografico dal 2016 al 2020, abitanti insediati nel 2016  circa 32.000 ( come nel 2002) abitanti al 2020 circa 31.000, 1000 ABITANTI IN MENO “SECCHI”!!!Risulta  evidente che buona parte di loro, sono cittadini che hanno abbandonato il centro storico, e che comunque non avendo registrato incremento demografico, risulta difficile che l’ antica città abbia avuto un’implementazione abitativa, pur rilevando gli enfatici proclami dell’amministrazione sulla realizzazione della “famose chianche”, lavori che ricordiamo (come vedete in foto)sono stati già avviati nel 1988, e cioè più di un trentennio fa!!

In conclusione il “Documento Programmatico di Rigenerazione Urbana del Comune di Grottaglie” del 2017, libro dei sogni o esercitazione accademica? Amministrare l’ordinario è difficile, lo straordinario poi, per alcuni, è praticamente impossibile.

 

 

 

 

 

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VITO NICOLA CAVALLO

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