CONS. BORRACCINO, WELFARE, REDDITO DI DIGNITÀ 3.0 II EDIZIONE: DALLA REGIONE L’OK PER LA NUOVA ANNUALITÀ, IN USCITA IL NUOVO AVVISO PUBBLICO

APPROVATA, IN REGIONE, LA VARIAZIONE DI BILANCIO PER IL “REDDITO DI DIGNITÀ” 3.0 II EDIZIONE, EX L.R. 3/2016
di Elisa Anna Tomai portavoce del Consigliere di Mino Borraccino
Approvata, in Regione, la variazione di bilancio per il “Reddito di Dignità” 3.0 II edizione, ex L.R. 3/2016, che garantisce continuità alla misura per l’annualità 2023, con un incremento della dotazione finanziaria dei corrispondenti capitoli di entrata e di spesa.
Si attende, ora, la pubblicazione sul Burp del nuovo Avviso pubblico, che darà il via alle domande per questa misura universalistica che ha visto la Puglia tra le prime regioni in Italia in termini di adozioni, facendo da battistrada anche alle misure nazionali di contrasto alla povertà.
Ricordiamo che beneficiari del ReD, con una indennità di 500 euro mensili per 12 mesi. sono i cittadini dai 18 ai 66 anni, residenti in Puglia e non beneficiari di altre forme di sostegno al reddito (come Reddito di Cittadinanza, Reddito di Dignità e altre forme di sostegno economico continuativo da parte dei servizi sociali territoriali) con valore ISEE non superiore ad 9.360,00 euro (elevabile a 20.000 euro per le famiglie con 3 componenti minorenni oppure famiglie composte da almeno 5 componenti); valore della componente patrimoniale immobiliare dell’ISEE, al netto delle detrazioni, non superiore a 30.000,00 euro; valore della componente patrimoniale mobiliare dell’ISEE, al netto delle detrazioni, non superiore a 15.000,00 euro (elevabile a 20.000 euro per le famiglie con 3 componenti minorenni oppure famiglie composte da almeno 5 componenti). inoltre occorre disponibilità ad effettuare almeno 62 ore mensili di attività.
Il Governo regionale, grazie all’impegno del Presidente Emiliano, promuove in toto l’inclusione sociale attiva dei cittadini in condizioni di disagio socio-economico facendo ogni sforzo per individuare percorsi di ampio reinserimento sociale e lavorativo, mediante la partecipazione a tirocini o altri progetti di sussidiarietà con il “patto di inclusione” fra beneficiario e Servizi sociali dell’Ambito territoriale.