L’ARTE DI MARCO TROIA TRA FIGURATIVO E ASTRATTO

LE SUE OPERE MOSTRANO UN EVIDENTE RIFERIMENTO ALL’IMPRESSIONISMO, PER LE ARMONIE DELLE SFUMATURE CROMATICHE
di Melinda Miceli critico d’arte
Il18 ottobre 2002 presso la quarta edizione del Prestigioso International art prize Giotto il pittore palermitano Marco Troia ha ritirato il Premio della critica per la Sua arte di stampo classicista. Ospiti dell’arte e della musica erano giunti a Siracusa per questo grande Evento di fusione Culturale aventi rinomati e nobili patrocini Istituzionali e Universitari.
“Le sue opere mostrano un evidente riferimento all’impressionismo, per le armonie delle sfumature cromatiche, a pittori come Picasso, Mirò e Kandynsky, per il movimento delle pennellate e la carica delle cromie. I soggetti dei suoi dipinti variano dalle nature morte, ai paesaggi e alle libere espressioni, caratteristiche, quest’ultimi dell’action painting. Gli oggetti della natura morta sono poggiati secondo una costruzione spaziale che li proietta in avanti, mettendo l’osservatore in condizioni di “presenza”. La sua natura morta si muove nella geografia della trama figurativa contornando oggetti che, sarebbero consegnati al silenzio ma che grazie alla finzione spaziale sono posti all’ occhio dello spettatore. Il vaso dalle nobili forme svasate in fondo translucido, reca una condensazione della luce, quasi scintillante di riflessi; lo spostamento dei volumi, il trasmutarsi dei liquidi per effetto dell’illuminazione; l’alterazione dei colori che sono transitivi. Il suo frasario artistico senza artifici prospettici opera il dilatarsi di un ambiente recondito e si propone di sorprendere e stimolare, piacevolmente il godimento di colui che contempla il quadro, annientando la distinzione tra il vero delle immagini e l’allegoria tematica della natura morta come opera viva. Tutto il disegno delle sue nature morte è inventato di sana pianta, per cui, i giochi di luce ed ombre che accordano tutti gli elementi, sono ottenuti dalla sua perizia stilistica così come i contorni e i volumi degli oggetti a volte delineati da poche pennellate fugaci per dare alla scena, un’aura tenue, per contrastare la linearità degli oggetti.
Nei suoi astratti sembra seguire un ritmo musicale dove la destrutturazione dell’imago si scompone in frammenti che imitano i grandi fenomeni della natura, la rigenerazione ma anche il suo grande perimetro interiore. All’interno di questa cifra stilistica e del suo incisivo segno, si nota ancora l’anima della pittura figurativa laddove su trame solari e liriche, appare un fiore, una foglia, ben tratteggiati, a riprova della sua sensibilità verso la natura e della sua abilità nel disegno. Tra apocalittici e scomposizione, le tecniche materiche e miste, conferiscono alle sue tele lievi trasparenze eteriche che permettono di osservare i fondali marini, coralli e mondi perduti dove l’osservatore viene attirato per ammirare il sogno degli albori del nostro pianeta e della sua forza primigenia. Marco Troia ha esposto anche alla Biennale di Venezia e ha ottenuto a cura di “Charm of Art” il premio Gogò. Le sue opere sono state esposte presso importanti gallerie, Palazzo Zenobi Venezia, Comune e Regione di Palermo, in Italia e all’estero e sono un essenziale veicolo espressivo dell’artista che ultimamente si è avvicinato all’arte della poesia attraverso i suoi frequenti studi umanistici “.