UN’INTERESSANTE LEZIONE DI ECONOMIA DELLE RISORSE

UN’INTERESSANTE LEZIONE DI ECONOMIA DELLE RISORSE
0 0
Read Time4 Minute, 3 Second

LA COLLOCAZIONE STRATEGICA DI QUESTA FRASE PORGERE L’ALTRA GUANCIA.

di Patrizia Esposito

Ciò che appare da questa affermazione in prima battuta, è lo stato di debolezza di chi riceve l’offesa; se passiamo oltre a quel luogo comune e alla pura fisicità dell’atto, possiamo comprenderne il nuovo significato, ovvero un sistema rivolto a una nuova gestione dell’economia aziendale, intesa come migliore gestione del tempo e delle situazioni che si presentano, senza rimanerne intrappolati o esserne manipolati. Immaginiamo un cliente, un collega in collera o alterato o con qualche difficoltà: il suo comportamento deriva e è l’espressione delle sue emozioni interne e rispondere con la stessa carica emotiva, potrebbe produrre il suo allontanamento o la chiusura o l’esplosione del conflitto. Invece porgere l’altra guancia è un dire simbolico che significa seguire le sue emozioni con le proprie, vuol dire condurre la persona verso la spiegazione della sua alterazione e quindi del problema e poter rispondere con una soluzione adeguata. Fatene la pratica e scoprirete i suoi vantaggi relazionali.

Se consideriamo il tempo come una risorsa importante (in alcuni casi più del denaro) eviteremo di perderlo in azioni inutili, in discussioni che si possono gestire o addirittura dissolvere, utilizzando questa sana lezione di porgere l’altra guancia. Certamente all’inizio l’applicazione del metodo non sarà semplice, ma se verrà inserito nei processi aziendali significherà avere a disposizione nuova vitalità fra le persone e maggiore comprensione, accogliendo non il problema ma la com-passione verso la soluzione. La migliore governance sarà evidente e ben tangibili anche nel breve tempo e dal mercato ci sarà un ritorno in termini di prestigio e di affidabilità. Il tempo è una risorsa che va utilizzata per pensare e agire e l’azione di porgere l’altra guancia fa parte delle componenti immateriali/irrazionali con alto valore aggiunto per il ben-vivere l’ambiente aziendale. In pratica, se vogliamo interrompere una situazione che giudichiamo offensiva o non eticamente corretta, dobbiamo bloccarla con un comportamento opposto, così da non entrare nello stesso stato emotivo di chi l’ha provocata. Adesso è arrivato il tempo di far convivere la tecnologia imprenditoriale quali la razionalità, la logica, la fisicità, il pensiero, con altre caratteristiche poco conosciute quali le emozioni, l’intuizione, la creatività, la qualità comportamentale e l’immaginazione. Serve accrescere le capacità e la consapevolezza imprenditoriale con nuove leve aziendali, così da creare una solida base per le sfide di un mercato imprevedibile e carico di insoddisfazioni latenti. Siamo protagonisti di un importante e irreversibile processo continuo di trasformazione, dove la convivenza di un’impostazione etica, cioè un comportamento corretto, flessibile nelle scelte e anche nelle emozioni, con la logica, che afferra la passione e ne trae energia per evolvere, può diventare un investimento sano e sostenibile. Spesso sono testimone di criticità da parte di imprenditori i quali si lamentano della forte competitività: eppure sono queste le occasioni e il tempo per cambiare abitudini e cominciare davvero a osservare la situazione da un punto di vista che non sia il solito. Ma questa frase rischia di passare velocemente da un orecchio all’altro, senza riuscire a trovare una sua efficace collocazione, perché le competenze e le capacità sono legate alle esperienze del passato. Sembrerà un paradosso, ma l’evoluzione tecnologica vissuta in maniera unidirezionale è la causa principale delle difficoltà nell’impostare il miglioramento/evoluzione. Le qualità tecniche sono un supporto all’evoluzione, ma non devono essere intese come un sostituto del nostro cervello, il quale possiede risorse illimitate, principalmente l’intuizione, che però non rispondono in maniera meccanica, ma seguono delle proprie leggi psicologiche. Per compiere un’impresa di successo occorre l’intuizione che possediamo in maniera gratuita, poi elaborare e definire un progetto partendo da una visione e agire. In questa impostazione teorica dobbiamo inserire un fattore invisibile che per questa sua caratteristica viene spesso ignorato, in quanto non quantificabile: la conoscenza psicologica delle persone/target, le quali determinano il successo o l’insuccesso dell’impresa. Come la tecnologia si evolve e si trasforma modificando il quotidiano, anche le persone vivono in un processo di trasformazione continuo. Entrambe le realtà convivono e si influenzano a vicenda tanto. Si può dedurre che le due parti non siano così distinte o in contrasto fra loro, ma che anzi seguano un’evoluzione condivisa, mentre all’interno delle aziende questi due fattori vivono sbilanciati. Il punto sul quale vorrei riflettere è questo: molti imprenditori continuano a valorizzare il prodotto, dimenticando che quel valore è tale solo se è riconosciuto da chi lo comprerà. Allora lo scopo di quella tecnologia è soddisfare il mercato, oppure l’imprenditore? Se lo scopo della ricerca tecnologica è il ben-essere del consumatore, dobbiamo comunicare quello che l’azienda sta investendo per lui/lei. Continuare a lamentarsi perché gli altri non comprendono il valore del prodotto, vuol dire ritrovarsi il magazzino pieno di prodotti eccellenti, ma incompresi.

 

Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %
Print Friendly, PDF & Email

PATRIZIA ESPOSITO

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
en_USEnglish