‘NDRANGHETA: CHIUSE LE INDAGINI PER 75 SODALI, TRA GLI INDAGATI GLI UOMINI DI SPICCO DELLE COSCHE

TRE INCHIESTE RIUNITE DALLA DDA DI REGGIO CALABRIA NEL MAXIPROCESSO “EPICENTRO”
di Giovambattista Rescigno
Il Procuratore Giovanni Bombarderi
Ieri il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria Giovanni Bombarderi e i PM Ignazitto, Musolino e Calamita hanno firmato l’avviso di conclusione indagini, atto che sancisce il termine dell’attività investigativa del maxiprocesso “Epicentro”. Nel processo la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha riunito le tre importanti operazioni “Malefix”, “Metameria” e “Nuovo corso”. L’atto, è stato notificato a 75 indagati ai quali la Dda contesta la partecipazione alle più importanti articolazioni territoriali del mandamento “Reggio Centro”.
Il Tribunale di Reggio Calabria
Destinatari del provvedimento sono i vertici delle principali cosche di ‘ndrangheta, quali: – i boss Carmine, Orazio, Paolo Rosario e Giorgino De Stefano noto con il soprannome di “Malefix”. Inoltre vi sono anche i fratelli Alfonso e Gino Molinetti agnominato “la belva”, Demetrio Condello, Giandomenico Condello, Demetrio Canzonieri, Antonio Libri, Filippo Barreca ed Edoardo Mangiola. I destinatari sono stati tutti arrestati nelle tre inchieste coordinate dalla Procura di Reggio e sono considerati esponenti apicali delle rispettive famiglie di ‘ndrangheta.
L’avviso di conclusione indagini è stato notificato anche ad altri esponenti della criminalità organizzata come Antonio Serio detto “Totuccio”, Antonino Latella e Giovanni Rugolino soprannominato “Craxi”, il procedimento spiegano gli addetti ai lavori è stato denominato “Epicentro” perché documenta i più allarmanti andamenti criminali registrati in riva allo Stretto. La Procura ha documentato la immutabile e unitaria sinergia tra le cosche del reggino, a prescindere dalle divisioni tra le varie famiglie che scatenò nella metà degli anni ottanta la seconda guerra di mafia, con la eminente influenza dei gruppi di registrate per la conquista del potere mafioso nel quartiere Archi vicini alla cosca De Stefano. Secondo gli inquirenti, le sollecitazioni delinquenziali dei Gallico e le volontà scissioniste portate avanti in particolare da Luigi Molinetti, giunsero al punto hanno rischiato di far scoppiare nuovamente una guerra di ‘ndrangheta, scongiurata dagli arresti chiesti dalla DDA dall’estate del 2020 fino a poche settimane fa quando vennero eseguiti gli ultimi arresti.