NAPOLI PIAZZA DEL PLEBISCITO COME IL GOLGOTA, CONFESERCENTI IN PIAZZA CON QUINDICI CROCI

NAPOLI PIAZZA DEL PLEBISCITO COME IL GOLGOTA, CONFESERCENTI IN PIAZZA CON QUINDICI CROCI
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IL PRESIDENTE: “CHIEDIAMO UN DECRETO, A RISCHIO CHIUSURA CINQUANTAMILA IMPRESE E CENTOCINQUANTAMILA NUOVI DISOCCUPATI”

di Giovambattista Rescigno

Poteva sembrare per chi non ne fosse a conoscenza, la piccola parte o una scena di una fiction televisiva, ma così non era. Ieri mattina, quindi operatori dei settori lavorativi e commerciali partenopei sono andati sotto la Prefettura del capoluogo imbracciando ognuno una croce di legno a testimonianza del Calvario che stanno percorrendo altrettante categorie commerciali. E ciò non voleva dileggiare ne paragonare il loro Calvario a quello dei riti della settimana Santa appena trascorsa e che comunque non sono stati celebrati. A protestare sono gli aderenti alla Confesercenti di quindici categorie merceologiche <<parrucchieri ed estetiste, orafi e gioiellieri, benzinai, ambulanti, moda, esercenti pubblici, imprese balneari, guide turistiche e interpreti, titolari di case vacanza e ostelli, federazione turismo, sindacato delle discoteche >> dietro le croci in centinaia in piazza del Plebiscito, per l’appunto dove ha sede la Prefettura, per chiedere la riapertura dei loro esercizi in tempi brevissimi. Tra i più adirati gli ambulanti: – chiarisce uno di loro mentre gli altri scandiscono lo slogan “libertà, libertà, ripetuto già in tante piazze anche Martedì a Piazza del Montecitorio Roma” -. “Non capiamo la differenza tra chi vende alimenti e chi no. Apriamo tutti da domani, senza distinzioni, non ce la facciamo più. Oppure presentiamoci in massa alla Mostra d’Oltremare per fare i vaccini. E se non ci sono non è certo colpa nostra”.

Il presidente di Confesercenti Campania Vincenzo Schiavo rende noto che: “Sono almeno cinquantamila le attività a rischio chiusura e centocinquantamila gli addetti che potrebbero perdere il posto di lavoro” prima di salire dal Prefetto Valentini con una delegazione che comprende anche i responsabili dei settori Moda, Turismo, Trasporti e Servizi. “Le croci di oggi – espone Schiavo ai cronisti – rappresentano il peso che stanno portando le imprese dopo 395 giorni di chiusura a partire dal primo lockdown. Sono il sacrificio di tanti imprenditori, molti dei quali hanno chiuso le loro attività. Sono quindici croci che rappresentano le sofferenze degli imprenditori, il fitto che non riescono a pagare, l’Iva che non riescono a pagare, l’Inps, l’Inail e tante altre tasse.

Oggi Confesercenti chiede al Governo con la sua petizione di firme di poter fare un decreto legge per gli imprenditori. Non vogliamo essere accomunati agli altri problemi italiani, sanità o altro, in piazza c’è un’economia oggi, oltre trenta categorie che hanno bisogno di una risposta e la risposta non può che essere un decreto legge a sostegno delle imprese e degli imprenditori”. Una situazione che ogni giorno, sta pesando sempre più sulle spalle dei titolari e sui dipendenti di tutte le attività in genere che perdurando ancora nel tempo, porterà sicuramente al collasso di tutto l’indotto produttivo non solo campani ma della Nazione intera. Non si sono verificati scontri e tensioni tra manifestanti e forze di Polizia come nel caso di ieri a Roma, dove tra i manifestanti si introdussero soggetti appartenenti a gruppo sovversivi e collettivi.

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GIOVAMBATTISTA RESCIGNO

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