MR. POPPI: DALLA RADIO AL TEATRO UN MAESTRO IN TUTTE LE FORME

MR. POPPI: DALLA RADIO AL TEATRO UN MAESTRO IN TUTTE LE FORME
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GENNARO DI TONTO, IN ARTE MISTER POPPI DELLA CLASSE 1956 DI NAPOLI. ALL’ETÀ DI 21 ANNI – DAL 1977 AL 1987 – SI DEDICA ALLA RADIO LIBERA RISCUOTENDO UN GRANDE SUCCESSO, DOPO DI CHE COMINCIA A SCRIVERE COMMEDIE TEATRALI PER LA QUALE IL PUBBLICO ANDRÀ IN VISIBILIO

di Trisha Macrì

Ma come nasce un artista tanto completo? Abbiamo avuto il grande privilegio della concessione di un’intervista.

Come è cominciata la passione per la radio? Con la nascita delle prime “Radio Libere” molti giovani se non tutti vennero travolti da questa passione, ma non era facile come sembrava, dovevi essere all’altezza. Ebbi la fortuna di fare un provino su Radio Teoria 77, una delle prime radio di Napoli, ed il professor Cusano – professore di università- vide che avevo talento e decise che avrei condotto i programmi appunto sulla sua radio, e così è stato: sono diventato direttore di radio, ho organizzato programmi radiofonici.

L’inizio della carriera radiofonica è stato per lei una sorta di rampa di lancio verso un mondo artistico più ampio? In un certo senso si, poiché da allora ho cominciato con la mia carriera di comico, di presentatore, ebbi anche delle parti in televisione – Canale 21, Telecapri – in cui potei spaziare nelle varie forme dell’arte interpretativa. A Telecapri creai le “Mini Sceneggiate” : trenta minuti di messa in scena con un cantante napoletano a cui scrivevo una storia che lui avrebbe cantato in onda, essendo io anche sceneggiatore. Amo le sceneggiate e le commedie.

Immagino ci siano voluti anni di studio ed università per arrivare dov’è arrivato lei. Che genere di percorso universitario ha fatto? Io non ho compiuto percossi scolastici o universitari, ciò che so, l’ho imparato durante il mio percorso lavorativo, non c’è insegnante migliore della vita vissuta. Per imparare prima ho osservato, e poi ho praticato.

So che ha scritto 41 copioni tra sceneggiature e commedie. Sono state messe in scena tutte? Assolutamente si, tutte rigorosamente portate in teatro ed acclamate dal pubblico. Quella di cui vado più fiero è il mio capolavoro di comicità “Na famiglia scombinata cu nu figlio sceme”. La storia è ironica, graffiante, e rappresenta anche le radici di Napoli e l’anima delle persone semplici, il tutto in maniera leggera e comica. Ci furono ben 5 repliche ed ad ognuna rimasero solo posti in piedi, il teatro fu sempre pieno. 

Quale sceneggiatore o artista teatrale ha ispirato i suoi lavori? Indubbiamente Vincenzo Salemme, uno dei grandi.

Attualmente ha deciso di prendersi una pausa dal lavoro, ma è davvero fermo come dichiara? Anche se ho deciso di stare fuori dalle scene attualmente sono vari gli artisti, tra cantanti e teatrali che mi chiedono di collaborare. attualmente ho scritto una sceneggiata per un cantante napoletano, Franco Manna e Pina Spinosa, con ausilio del direttore Tony Palmentieri, sponsorizzato dal comitato Troiano d’Enzo Ennio. Inoltre sto scrivendo un monologo per mio figlio che attualmente sta facendo una accoppiata comica a Napoli.

Ha contratto matrimonio più di una volta mi è stato detto, potremmo dire che lei è innamorato dell’amore? Io mi sono sposato tre volte, se non si vive per l’amore per cos’altro si vive! La mia prima mogli ed io siamo stati sposati per 15 anni, ed abbiamo avuto due figli. La mia seconda moglie era molto più giovane di me, si innamorò di me che ne aveva 21 ed io 34, siamo stati sposati per 15 anni ed abbiamo avuto una figlia. Ed ora la mia ultima ed amatissima moglie ed io stiamo insieme da 14 anni. Ho vissuto intensamente. Ho combinato la mia buona dose di guai. Bisognerebbe nascere a 90 anni e scendere fino ad uno per comprendere bene le difficoltà.

Ha presentato tutti i più grandi della scena napoletana, chi in particolare? Si esattamente: Merola, Pino Mauro, ed altri molto conosciuti. Avrei dovuto lavorare con Merola, che mi aveva visto in una rappresentazione comica ad un matrimonio, quando avevo 24 anni. Un suo collaboratore venne per invitarmi a casa sua per parlare di una futura collaborazione. Una volta arrivato a casa sua le parole furono “Uaiò tu mi piaci! Dobbiamo fare io e te una Tournée in Australia per sei mesi!” Io avevo il mio primo figlio nato da pochi mesi, e l’Australia si trovava dall’altra parte del mondo. Ne parlai con mia moglie e l’indomani chiamai per rifiutare. Mario mi disse che se non avessi lavorato con lui in quell’occasione, non lo avrei fatto mai più. purtroppo fu proprio così. Lo rincontrai anni dopo a teatro, per un’intervista che andai a fargli per conto della rete televisiva “Napoli Nostra”. In compenso lavorai a Caserta con Pino Mauro. Feci anche undici repliche in una sceneggiata di Mimmo Taurino che si chiamava “La signora in nero” lavorammo insieme in undici teatri diversi, in tutta la Campania. Diventammo amici e dal quel momento gli scrissi tutte le sceneggiate. Ogni sceneggiata di Mimmo Taurino la scrissi io da quel momento in poi. Insieme andammo a lavorare a TeleCapri.

Una delle sue sceneggiate ebbe un risvolto speciale? Un giorno Mimmo mi disse di scrivere una sceneggiata – una storia con una canzone dietro – e mi diede il titolo “N’omm e mezz’a via” un uomo di malaffare insomma. Quando la lesse decise che doveva diventare un film. Così studiai come si scriveva un film, studiai le location dove girare, selezionai io stesso gli attori. A fare riprese ci vollero circa sei mesi, anche a causa del montaggio, era un processo molto lungo. Il film lo puoi trovare anche su YouTube.

Aveva anche una tv web, di che tipo? A Napoli con Lello Troisi avevamo una tv web: io presentavo gli artisti mettendoli a nudo sui loro problemi e le loro difficoltà. Tutto ciò che provavano. Questo programma andò avanti per 20 puntate. L’indice di gradimento era alto, facevamo ogni volta dai 3 ai 5 mila telespettatori web. A fine serata chiedevo al regista come fossimo andati, e lui rispondeva sempre “Avimm scassat!” Mi sorprendevo delle cifre a cui arrivavamo.

Ultima curiosità: è arrivato a 67 anni con una costellazione di successi, guardando indietro, c’è qualcosa che magari rimpiange di non aver fatto? Il Cinema. Sfortunatamente non avendo una produzione, non ci furono i fondi necessari e quindi non potei esplorare la “settima arte”. In compenso ho fatto qualche cammeo sulla rai in due puntate di “Un posto al sole” in veste di attore, ed in un’altra serie per una puntata sempre sulla rai. Furono entrambe grandi esperienze.

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TRISHA MACRI'

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