CINZIA FEDERICO, INGEGNERE E FONDATRICE DI CAAEM, SI RACCONTA

UNA DONNA CHE CREDE FORTEMENTE NELLA GENDER EQUALITY
di Anna Adamo
“A soli tredici anni – racconta – ho chiesto ai miei genitori di accompagnarmi a visitare l’istituto tecnico per geometri, mi piacque e decisi che avrei voluto fare il geometra, quindi mi sono diplomata e dopo il diploma mi mi sono laureata in ingegneria civile – trasporti e fin da subito ho iniziato a lavorare nei cantieri. Ero l’unica donna in cantieri prettamente maschili.
Non ho mai avuto grandi problemi, ma ricordo che in Sicilia, luogo in cui ho iniziato a lavorare come ingegnere, sulle ferrovie quando videro una donna, nonostante avessi la tuta ad alta visibilità, pensarono mi stessi suicidando, perché nel ’97 non erano abituati a vedere una donna sulle ferrovie, quindi mandarono la polizia a prendermi.
Da quel momento in poi ho iniziato a camminare con un cartellino visibile anche da lontano sul quale era scritto che sono un ingegnere.
Successivamente mi sono dedicata alla parte della consulenza e ho poi creato la CAAEM, costituita da tutte donne.”
L’ abbiamo intervistato per conoscerla meglio.
Cosa è la CAAEM e qual è l’obiettivo che quest’ultima si pone?
La CAAEM è una scuola di formazione costituita da tutte donne, figlia dell’ingegnere Federico Cinzia come ditta individuale.
La Parità di Genere per me consiste nell’avere obiettivi è il nostro obiettivo, essendo tutte donne, è un uomo.
La CAAEM è certificata parità di genere.
Cosa la spinge a credere nella gender equality?
Ciò che mi spinge a credere nella gender equality è il fatto che mentre 25 anni fa, quando io mi sono iscritta ad ingegneria, eravamo solo due – tre donne, ora ce ne sono tantissime e questo vuol dire che in 25 anni abbiamo fatto davvero tanto.
Sto cercando, ad oggi, di espandere la parità di genere anche nelle altre aziende, perché sostanzialmente la parità di genere è una certificazione che è stata inserita nel PNR Per far si che le aziende possano integrare le donne all’interno del loro organico e siccome il mio core business sono le imprese di costruzione ho implementato questo sistema per far si che le imprese di costruzione abbiano una possibilità per assumere più donne.
Oltre a gestire un’azienda è anche una mamma. Come riesce a conciliare la vita da ingegnere con quella di madre?
Noi donne siamo multitasking.
La mattina mi sveglio alle sei, inizio ad essere mamma, cucino, vado ad accompagnare mio figlio a scuola, dopodiché cambio cappello e divento ingegnere.
Sono ingegnere dalle 8:00 alle 18:00, orario in cui ricomincio ad essere mamma e moglie.
Sono riuscita ad organizzarmi grazie a mia mamma che ha sempre seguito me e mio figlio nelle trasferte e anche grazie alle scuole.
Cosa senti di dire alle giovani professioniste che si stanno affacciando al mondo del lavoro?
Alle giovani professioniste sento di dire che non si devono mai abbattere, che devono andare avanti e che possiamo fare tutto, perché noi abbiamo tanti cappelli, li abbiamo in vari cassetti.
C’è un cassetto, però, che non devono mai abbandonare, ossia quello di essere donna.
Dobbiamo fare in modo da poter andare davvero avanti nelle nostre ambizioni.
Non bisogna mai arrendersi all’indifferenza.
È importante cambiare i cappelli e non dimenticare mai di avere diversi cappelli in vari cassetti.