KATE MOSS

KATE MOSS
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UN’ICONA DI BELLEZZA SENZA TEMPO

di Anna Ferrentino (AF-F)

Kate Moss, top model di altri tempi. Icona di stile, ragazza “maledetta”, un nome, una garanzia.  Una specie di divinità che per anni e anni ha calcato le passerelle facendosi invidiare dalle ragazzine e dalle donne di mezzo mondo. Kate Moss, l’ultima supermodel che ha rivoluzionato il fashion system segnando il punto di non ritorno verso la modernità del nuovo millennio.

Una figura iconica e controversa, una rappresentazione (forse l’incarnazione) dello Zeitgeist degli anni 90, momento di profonda transizione da parte dell’intera società occidentale. Un periodo “dissociato” e ricco di contraddizioni, che ha visto la nascita del pensiero new age e di contro l’emergere di un nichilismo forte e diffuso. Un decennio di inquietudine che nella storia di Kate Moss può trovare forse una sua perfetta descrizione.

Ma la storia, quando si parla di icone, spesso non è mai “oggettiva” e lascia che la biografia venga assorbita dall’agiografia del mito.  Eppure anche gli eccessi, le controversie, gli angoli più oscuri potrebbero – e anzi possono – aiutare a capire meglio un contesto e un cambiamento che per la moda è stato il drammatico punto finale di un’epoca.

Ricostruire la vita e i successi di Kate Moss significa riportare alla ribalta anche il lato oscuro della modella: i suoi rapporti sentimentali (come la dolorosa relazione con Johnny Depp o quella con Pete Doherty) ma anche, e soprattutto, i suoi eccessi.

Oggi quasi cinquantenne, Kate Moss è ancora protagonista delle copertine di moda: nella sua carriera ne ha collezionate oltre 300.  A 14 anni, fu scoperta per caso all’aeroporto di New York, per poi diventare famosa ovunque. Nelle ultime foto, che la ritraggono, si è mostrata molto ingrassata, tanto da deludere migliaia di fan. Ha la pancia, le maniglie dell’amore ed è anche poco tonica, di certo molto diversa da come era un tempo, ma resta comunque bellissima.

Non a caso, nel 2014, per festeggiare i 60 anni della rivista, Playboy l’ha scelta come testimonial.

Kate come Marylin, è  stata un forte desiderio del direttore di Playboy, Jimmy Jellinek, che ha spiegato così la sua scelta: “Due icone diverse, ma entrambe fondamentali per la loro epoca”.

I cambiamenti del suo aspetto come del suo fisico, forse, possono essere attribuiti anche alle sue vicende di droga e quelle sentimentali.

Come lei stessa afferma in un intervista: “vado tre volte a settimana dallo psicologo, per cercare di risolvere i miei problemi di dipendenza”. Probabilmente è la sua nuova ricetta, non contro la droga, bensì contro la sua attrazione irresistibile verso i cattivi ragazzi.

Kate ha sempre amato esibire i suoi lati più torbidi ma, dopo lo scandalo della cocaina, ha deciso di rinnovare la sua immagine da bella e maledetta, curandosi in una clinica dell’Arizona.  La modella è convinta che la sua attrazione per gli uomini selvaggi dipenda dal trauma della separazione dei suoi genitori, quando aveva solo 13 anni. Fissarsi con la persona sbagliata è infatti un errore che può capitare ma, quando avviene ripetutamente, significa che è successo qualcosa; fin dai primi giorni della nostra esistenza: il primo rapporto d’amore è quello con la madre, a seconda della risposta, positiva o negativa, ai nostri richiami, l’impronta che ci segna è la sensazione di essere amati o, al contrario, di essere in pericolo.

L’amore dannoso: accade quando i rapporti fra le persone intorno a noi influenzano la nostra percezione dell’amore; se cresciamo in un ambiente caratterizzato da conflitti, incomunicabilità e destabilizzazione, questa sarà la nostra idea di amore, un amore dannoso.

La dipendenza è un corollario: non ci si sente liberi e appagati, ma imprigionati.

Di norma l’individuo cerca una persona che lo rassicuri ma si sceglie sempre una “figura” che ricalca il medesimo copione, nella speranza di trasformarlo, di liberarsi dal maleficio che ne segna l’esistenza.

La scelta del partner sbagliato è la misura di quanto noi non ci amiamo. Insistiamo in certe sfide perché vogliamo superare la prova: è necessario acquisire consapevolezza e amore di sé, per capire che, in realtà, di questa prova non abbiamo bisogno. I paletti sono troppo rigidi, il quadro è troppo chiaro sentimentalmente, quando ci si avvicina ad un individuo diverso da sé, perché possa davvero funzionare. L’uomo maledetto continua a esercitare il suo fascino.

Kate Moss non è solo un ritratto di bellezza o di strazio sentimentale, è anche stata negli anni modello per le giovanissime che volevano avvicinarsi al mondo della moda. Un modello duplice di bellezza ma anche di un cattivo esempio per le ragazze che vogliono assomigliarle, rifugiandosi nell’anoressia e in quelle che si spingono oltre, rivolgendosi alla chirurgia estetica.

Un fattore scatenante per lo sviluppo di disturbi del comportamento alimentare è proprio l’esposizione mediatica al mito del “magro uguale bello”, tipico della cultura occidentale moderna. Costantemente, nella vita di tutti i giorni, ci imbattiamo in pubblicità che hanno per protagonisti donne e/o uomini, tante volte di successo, dal fisico asciutto e privo di inestetismi come quello di Kate Moss.

Inoltre, la modella britannica ha rivoluzionato da sempre l’industria della moda, ma ha anche delineato uno stile di vita a cui molti ancora si ispirano: una top model che rimane una delle più seguite anche in materia di look e stile: animalier, jeans and spaghetti dress. La sua “essenza” resta un mito senza tempo.

 

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ANNA FERRENTINO

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