LA FINANZA: IL SUO IMPIEGO DISINVOLTO MIETERÀ ANCORA VITTIME, IN SPECIE TRA QUANTI CONTINUERANNO A USARLA PER SPECULARE, VIGENDO ANCORA LE ATTUALI NORME INADEGUATE

UNO SGUARDO DA PONTE
di Domenico Ocone
Quello di ieri sarà ancora un dies a quo, un giorno di partenza, per quanti degli addetti ai lavori diranno solennemente che non succederà più quanto è accaduto la scorsa settimana. La Silicon Valley Bank in California ha chiuso i battenti per errori di gestione che ha dato avvio alla la corsa agli sportelli dei clienti per ritirare i loro deposti. L”onda lunga di tale ennesimo default del sistema creditizio degli USA ha già travolto altre realtà simili, ancora poche finora. L’augurio è che non si ripeta quanto accadde poco più di dieci anni orsono per la Lehman Btothers, sempre sull’ altra riva dell’ Atlantico. Molti di quanti avrebbero dovuto controllare sul modo di operare di quella banca sapranno di mentire quando, senza esitare, assicureranno che, a stretto giro, sarà data una severa regolata al mondo della finanza, in particolare a quella speculativa. Come é già successo, probabilmente quell’ impegno resterà una promessa da marinaio, più in particolare lo spargimento di una nuvolaglia di fumo da buttare negli occhi alla grande schiera di quanti affidano al sistema bancario i propri risparmi con fiducia. Per onestà e obiettività è opportuno concentrare l’ attenzione su quella che finisce per essere la tipologia più danneggiata da vicende del tipo riportato. Solo per semplicità di esposizione, da accettare come qualcosa solo imbastita e non cucita, si può azzardare una distinzione di massima tra chi mette da parte una quantità, piccola o grande che sia, dei suoi guadagni e chi invece trae, tutto o in parte, il proprio introito, quindi rendita e non reddito, dal risultato di operazioni finanziarie fatte con denaro già in suo possesso. Chi appartiene al primo gruppo cerca di creare un tipo particolare di salvadanaio, augurandosi che li suo contenuto non debba occorrergli. Almeno fino al traguardo temporale che si è prefisso per ritornare in possesso del montante, cioè del suo capitale a cui si saranno aggiunti gli interessi maturati, meglio capitalizzati. Essi rappresentano la corretta remunerazione corrisposta dal soggetto che ha gestito quelle somme affidategli fiduciariamente. Tutt’altra situazione è quella di chi compie con il denaro operazioni propostegli da personaggi che presentano il loro prodotto come quanto di meglio esista sul mercato in quel momento. Il più delle volte si tratta di operazioni “mordi e fuggi”, per cui chi accetta di farle, oltre che su un congruo risultato, conta anche di ritornare nella disponibilità delle somme investite a stretto giro. Senonché il rischio di tali operazioni è talmente alto che quel risparmiatore, senza alcuna differenza sostanziale, potrebbe sedersi a un tavolo da gioco. Azzardo per azzardo, almeno ne trarrebbe temporaneo appagamento per la sua voglia di provare il brivido del rischio. Tutto ciò succede perché, pressoché dovunque, l’educazione finanziaria è una illustre sconosciuta, in Italia in particolare. Chi è nato nei primi anni del dopoguerra, ricorderà che alle scuole medie veniva insegnata a tutti gli studenti l’ Educazione civica e, solamente alle componente femminile, l’ Economia domestica. Entrambi quelle materie di studio davano i rudimenti di come gestire al meglio le risorse di una famiglia del cedo medio italiana, sia usando cautela negli acquisti, sia evitando di sciupare qualsiasi cosa sarebbe potuta essere ancora adoperata in qualche modo. Nel Paese è già stata presa in considerazione l’ipotesi di reintrodurre qualcosa del genere al passo con i tempi, quindi calibrata sul corretto uso del denaro. Anche perché, a stretto giro, gli europei e gli italiani in particolare, dovranno fare di necessità virtù e quindi gestire il risparmio o, in determinati casi, le proprie finanze nel complesso, più che oculatamente. Ciò sarà una delle conseguenze della reintroduzione da parte della EU delle nuove regole di bilancio, sospese a causa della pandemia. Sono in procinto di ritornare in vigore, dal primo gennaio 2024 in versione riveduta e corretta. Appunto In questa settimana, a Bruxelles, sarà impostato la loro portata di massima. Saranno di sicuro più stringenti per quanto concerne l’ osservanza degli obblighi assunti dai vari paesi componenti la EU. Comportamento simile sarà adottato nella irrogazione delle sanzioni per chi non si atterrà a quelle regole. È doveroso ricordare che giá il Professor Draghi, vigente il suo governo, aveva cominciato a raccomandare, in occasione del varo del PNRR, che neppure un euro sarebbe dovuto essere sprecato. Come dire che dall’anno prossimo la EU comincerà per davvero a controllare attentamente lo svolgimento dei “compiti a casa” assegnati a ciascun paese membro. Più specificamente, l’approntamento del bilancio, attenendosi rigorosamente alle regole stabilite su misura per ognuno di essi, quindi formulate in maniera strettamente personalizzata.
È una bella sfida, peraltro sarà un test importante per conoscere quanto ciascuno degli inquilini tenga al corretto funzionamento del condominio a cui appartiene e al cui interno agisce, la EU. Ancora più semplicemente, a che punto sia arrivato il cammino del federalismo, così come lo ipotizzarono nell’ abbozzare il progetto i padri fondatori. Volando con
la fantasia, chissà cosa direbbero quegli stessi sognatori se potessero commentare quanto sta accadendo, all’ interno dei confini da loro ipotizzati. Anche altrove, perché no?