INTERVISTA A ELENA FERRARO, L’ IMPRENDITRICE CHE DISSE NO AI MESSINA DENARO

UNA TESTIMONIANZA DI FORZA E CORAGGIO
di Anna Adamo
E la sua, non è affatto una storia come le altre.
È la storia di una donna che ha fatto del coraggio la sua arma vincente.
Quel coraggio che le ha dato, anni fa, la forza di dire no al clan dei Messina Denaro, rendendola, così un esempio da seguire.
Cosa le disse Mario Messina Denaro quando entrò nel suo studio? Cosa, di preciso, voleva da lei?
Un giorno entrò nel mio ufficio una persona che non conoscevo e chiuse a chiave la porta che a me piace tenere aperta, perché lo vedo come un modo per avere maggiore contatto con il pubblico, dopodiché si presentò dicendo di essere Messina Denaro.
Io ovviamente lavorando a Castelvetrano sapevo benissimo cosa volesse dire portare questo cognome imponente, quindi l’ansia prese il sopravvento e cercai di capire quale fosse il motivo di questa presentazione.
Lui, in men che non si dica, mi rivelò che conoscesse ogni aspetto della mia vita.
Noi siciliani sappiamo bene che questo è un modo per intimorire l’interlocutore, ciononostante io proprio non riuscivo a capire cosa volesse questa persona.
I miei dubbi, però, furono subito scacciati via dalla sua proposta: avrei dovuto emettere fatture false e consegnare a lui i soldi che servivano a mantenere economicamente le famiglie dei detenuti che non collaboravano con la giustizia.
La mia struttura sarebbe dovuta diventare una sorta di lavatrice che serviva per ripulire denaro sporco proveniente da operazioni illecite.
Cosa provò in quel momento?
In quel momento ebbi timore. Ero molto preoccupata.
È una cosa piuttosto normale quando ci si ritrova davanti questa gente che con fare minaccioso impone di accettare una proposta come quella che mi era stata fatta.
Però, riuscii a dire di no, perché la mia coscienza da imprenditrice onesta mi diceva che non avrei potuto accettare un operazione criminale.
Lui non si sarebbe mai aspettato il mio no, in primis perché nessun imprenditore della provincia di Trapani ha mai detto di no e poi perché sono una donna e nel gergo mafioso una donna non può mai dire di no e avere una voce autorevole come quella che ebbi in quel momento.
Ha deciso di denunciare l’ accaduto. Si è mai pentita di averlo fatto? Se tornasse indietro rifarebbe esattamente la stessa cosa?
Quando lui andò via disse che non avrei dovuto parlare con nessuno di quello che era accaduto poc’anzi e che sarebbe ritornato perché non avrebbe mai accettato un no da parte mia, perché a loro quei soldi servivano, oltre che per mantenere le famiglie dei carcerati, anche per curare la latitanza di Matteo Messina Denaro.
Andai subito denunciare il tutto alla Squadra Mobile di Trapani e quest’ultima si attivò con microspie, telecamere in modo da monitorare tutti i successivi incontri.
Non mi sono mai pentita di aver denunciato e se tornassi indietro lo rifarei altre mille volte. Ho avuto il sostegno della magistratura, forse dell’ordine sono vicine e quindi non riesco a capire perché, se oggi l’imprenditore non viene lasciato solo, certi imprenditori non denuncino.
Sono stati anni molto difficili che spero si siano conclusi con l’ arresto di Matteo Messina Denaro, ma non ne sono certa perché bisogna vedere cosa accadrà.
Dico che sono stati anni difficili, perché ho subìto delle intimidazioni, pressioni, manomissioni di macchinari all’interno della mia struttura.
Nonostante non ho mai avuto dubbi sulla presenza della magistratura e delle forze dell’ordine che non mi hanno mai lasciata sola.
Credo anche di capire il motivo per il quale gli imprenditori di questo territorio non si ribellano.
La mafia dopo le stragi del ’93 ha cambiato strategia.
Oggi non ammazzano più, non sparano più.
Oggi la mafia cerca di insinuarsi nel tessuto societario per controllarlo dall’interno.
La strategia per tutti questi anni è stata questa, ragion per cui un imprenditore che vuole arricchirsi in maniera illecita accetta le lusinghe della mafia.
La mafia non è finita.
Abbiamo sicuramente vinto una battaglia, ma non abbiamo vinto la guerra, perché è stato stimato che Matteo Messina denaro gestisse un patrimonio di circa 4 miliardi e sicuramente questo denaro è passato nelle mani di qualcun altro.
Ora il punto è proprio capire nelle mani di chi sia passato.
Quindi non dobbiamo fare l’ errore di dire che la mafia è finita, perché negli anni abbiamo visto che cambi strategia, ma sia sempre presente sui territori.
Quando sono venuta a conoscenza dell’ arresto di Matteo Messina Denaro mi sono sentita per la prima volta libera dopo tanti anni.
Mi sono a sentita libera da questo senso di oppressione che non riguarda solo me, ma tutto il territorio.
Si parla di questo territorio come se fossimo tutti mafiosi, perché ovviamente esiste davvero una mafia che fa da padrone, però non tutte le persone ne accettano le imposizioni.
Ci sono tantissime persone oneste, perbene che lavorano serenamente.
Quando Matteo Messina Denaro è stato arrestato mi sono sentita libera, ma ho anche provato tanta rabbia, perché sapere che lui venisse veramente tanto vicino a luogo in cui è situata la mia struttura non fa stare bene.Da quando Matteo Messina Denaro è stato arrestato, la sua vita è cambiata?
No, non è cambiata, faccio esattamente le stesse cose che ho fatto il questi anni.
La mia condotta è sempre stata la stessa: testa alta, schiena dritta e seguire le regole come tutti i cittadini onesti fanno.
L’ unica cosa che è cambiata è che qui Castelvetrano si respira un’aria di liberazione. Auspichiamo che d’ ora in poi si parli di Castelvetrano non come il paese che ha dato i natali a Matteo Messina Denaro, ma come un paese ricco di bellezze e di storia.
Viviamo in un piccolo paese, quindi in questi anni mi è capitato di incontrare i Messina Denaro.
In questi giorni in un bar mi è capitato di parlare con gente vicina ai Messina Denaro e ho sottolineato che mentre Matteo Messina Denaro conduceva una vita super agiata, loro debbano lavorare tantissimo e non riescano ad arrivare a fine mese per fare star bene lui.
Ho chiesto il perché di tutto questo. Se ne vale davvero la pena di condurre una vita del genere per far star bene uno come Matteo Messina Denaro.Cosa direbbe, invece, a che si ritrova nella stessa situazione in cui si è ritrovata lei anni fa e non ha il coraggio di denunciare?
In questi anni la mia vita è stata difficile, ma tutto sommato è rimasta la stessa.
Si vive lo stesso, pur denunciando. Io l’ ho fatto. Non è stato poi così impossibile.
Invito, come ho sempre fatto nel corso di questi anni, gli imprenditori a denunciare.
Perché, se la scusa è che non denunciano perché hanno paura di essere lasciati soli dallo Stato, io sono la testimonianza vivente che di tutto questo non bisogna avere paura, perché lo Stato non ci lascia soli. Vivo tranquillamente e sono serena, quindi come l’ho fatto io possono farlo anche loro.Dopo l’ arresto di Matteo Messina Denaro cosa si aspetta?
Attendiamo che vengano fuori i nomi di quella borghesia mafiosa che per tanti anni ha curato la latitanza di Matteo Messina Denaro.
Attendiamo gli arresti eclatanti di insospettabili e non.
Attendiamo che le mele marce vengano consegnate alla giustizia.