“LE PASSEGGIATE DI AGATA”, L’ ASSOCIAZIONE NATA PER ABBATTERE BARRIERE ARCHITETTONICHE E MENTALI

UNA BELLISSIMA INIZIATIVA
di Anna Adamo
Ebbene si, Agata è una bambina che sogna in grande.
Che sogna un mondo privo di barriere architettoniche e mentali.
Un mondo di cui essere protagonista perché la disabilità è vista come una parte di quest’ultimo e non come un qualcosa di completamente estraneo, da mettere da parte.
A guidarla in questo suo percorso di vita c’è Anna Baldoni, sua madre, insieme alla quale ha dato vita all’associazione “Le Passeggiate di Agata”.

Da cosa nasce l’idea di fondare l’ associazione?
Da una serie di necessità, di esigenze vitali della nostra famiglia.
Noi siamo stati per tanto tempo chiusi, isolati quando siamo venuti a conoscenza della diagnosi di Agata.
Come famiglia abbiamo cercato di reagire, di farci forza, di stare sempre insieme.
Ci siamo isolati dal mondo, ma non dai nostri amici storici che ci sono rimasti sempre accanto.
Poi, piano piano siamo andati avanti. Agata è cresciuta e mi sono resa conto che è una persona che ha bisogno di stare nel mondo perché tira fuori il meglio di sé tra la gente, fuori a cena.
Ha voglia di vivere e soprattutto di essere protagonista.
Il suo talento è proprio quello di saper parlare, mettersi in relazione con gli altri, quindi volevo trovare un modo per far si che lei avesse la possibilità di esprimere i suoi talenti e fosse protagonista.
Inoltre volevo anche far si che venissero presi in considerazione i bambini, soprattutto i bambini con disabilità, ai quali viene sempre data una considerazione ancora più scarsa di quella che viene data ai bambini normodotati.
In questo progetto Agata è totalmente coinvolta.
Quali sono le difficoltà con cui un bambino con disabilità e le rispettive famiglie devono fare i conti ogni giorno?
Purtroppo viviamo in un mondo in cui alla disabilità non viene data l’importanza che merita. È come se le persone disabili si prendessero in carico. Le offerte che si danno loro sono uno standardizzate e non personalizzate come, invece, dovrebbe essere. Cambiano da regione a regione, da provincia a provincia.
Io, la prima cosa che ho fatto quando ho ritrovato la forza per andare avanti, è stato mettermi in contatto con altri genitori. C’è un’associazione creata da due genitori che ha dato vita ad una grande community di genitori che si confrontano e si aiutano su tanti aspetti.
Molti considerano la disabilità un mondo a parte e non una parte del mondo, quindi ci ritroviamo a fare i conti con difficoltà quotidiane su qualsiasi cosa.
Cosa si dovrebbe fare per abbattere le barriere architettoniche e mentali?
Noi facciamo attività di promozione sociale attraverso i social e il sito che mostra che una bambina con disabilità, può, ad esempio parlare.
Lo mostriamo, perché a volte persone che non sanno nulla di disabilità, quando si ritrovano di fronte una persona disabile credo che non sappia parlare o esprimersi.
Le difficoltà culturali sono tantissime e in questo modo Noi vorremmo abbatterle.
Poi raccogliamo gli stimoli di chi ci risponde, perché siamo aperti su tutti i livelli. C’è tanto da lavorare su tutto.
Abbiamo un mondo da cambiare e quello che proviamo a costruire insieme con Agata consiste nel metterci insieme e provare ad essere proattivi, senza trascorrere il tempo ad aspettare che qualcuno si accorga di noi.
Quali sono i progetti futuri dell’associazione?
Abbiamo due progetti in cui stiamo coinvolgendo il Comune e le associazioni di categoria.
Uno riguarda il tema delle rampe mobili per i negozi che hanno le soglie più alte di due cm e mezzo. Non poter entrare in un luogo per una persona con disabilità è mortificante. Essere privati della possibilità di accedere in un luogo, che è un diritto fondamentale, è mostruoso.
Quindi vogliamo lavorare per promuovere un progetto che coinvolga tutte le associazioni di categoria e speriamo che il Comune di Ferrara ci aiuti a renderlo agevole. Attraverso questo progetto vogliamo sensibilizzare le istituzioni. Abbiamo già interloquito con il Comune e stiamo andando avanti.
L’ altro progetto, invece, riguarda l’accessibilità dei parchi.
In questo momento a noi interessa a parlare di cose che riguardano i bambini, perché Agata è una bambina.
Presenteremo il progetto al comune e proveremo anche ad avere il sostegno di una fondazione per provare a mappare i parchi del comune e vedere se possono essere Resi accessibili a tutti.
Noi non vogliamo le altalene per le carrozzine. Non ce ne facciamo niente delle cose che sono solo per alcuni.
Bisogna rendere i parchi alla portata di tutti.
È questo che vogliamo provare a fare.
Qual è il messaggio che vuoi lanciare a chiunque leggerà l’intervista e quindi verrà a conoscenza della storia di Agata e della vostra associazione?
Quando si incontra un bambino o una persona con una disabilità evidente, sia essa fisica o mentale, bisogna rivolgersi direttamente a loro, parlare direttamente con loro.