C’È GUERRA E GUERRA, TUTTE COMUNQUE DA EVITARE, A OGNI COSTO, NON PREFERIBILMENTE 

C’È GUERRA E GUERRA, TUTTE COMUNQUE DA EVITARE, A OGNI COSTO, NON PREFERIBILMENTE 
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UNO SGUARDO DA PONTE

di Domenico Ocone

L’ anno appena iniziato sembra stia esordendo in maniera diversa da quello appena concluso. Il 2022 resterà annoverato nel Grande Libro della Storia tra quelli cosiddetti horribiles, su tanto non c’è alcun dubbio. Per quello appena iniziato è difficile fare pronostici, ma una cosa sembra molto probabile, che i problemi economici quasi ovunque nel mondo siano destinati a aumentare. Non solo per quantità, ma anche e forse più per qualità. Non é difficile fare alcune considerazioni non diverse da quelle che vengono fuori nelle pause tra una partita e l’altra alla bocciofila. Quelli presi in considerazione sono fatti e situazioni evidenti anche agli occhi e alle orecchie del minus habens del villaggio. Una situazione che dá la stessa gradevolezza di un pugno su un occhio è data da notizie giá annunciate lo scorso anno e confermate appena ieri. Sono molti i paesi che invieranno ancora aiuti all’ Ucraina, USA in testa. Oltre a materiale bellico, quelle manifestazioni di solidarietà consisteranno anche in denaro, euro o dollari che saranno. Il quesito che ha preso forma tra quelli di loro che accostano e gli altri che bocciano, è stato a dir poco disarmante. Si sono chiesti quei bocciofili se i paesi che si stanno dimostrando così munifici, daranno lumi, anche se non richiesti, dei loro conti. Essi appaiono nella quasi totalità in profondo rosso, quindi sarà importante sapere quali maghi adopereranno la loro bravura perché quei paesi dal bisogno possano passare alla prodigalità. I tre Magi ovvero maghi arrivati ieri a Betlemme, recapitati ieri i doni al Divino Creaturo, sono ripartiti in giornata. Avevano avuto, quegli stessi, notizia che molti capi di governo occidentali stavano facendo carte false, attività in cui molti di loro eccellono, pur di poter essere ammessi al loro cospetto. Una puntualizzazione è più che necessaria. Il dovere di aiutare il prossimo vale in guerra come in pace. Diventa ancor più cogente in presenza di un conflitto con forti squilibri tra le due parti, qualcosa che possa ricordare l’episodio di Davide contro Golia o viceversa, che interpretar lo si voglia. C’è da riflettere su ciò che va a braccetto con tali considerazioni. Ĝià duemila e passa anni or sono, a Roma, valeva, anche dal punto di vista giuridico, il principio ” ad impossibilia nemo tenetur”, nessuno deve sentirsi obbligato a fare cose che siano fuori della sua portata. Il discorso di conseguenza si allarga, ritornando in ogni modo a una osservazione che chi si

occupa di economia ha tratto, fin dai primordi, tra le altre conclusioni. Essa vale che una comunità e quindi i singoli che la compongono, avanza, cioè vive meglio se, e solo se, lavora creando così ricchezza, e è in pace. Le guerre, oltre all’ impoverimento in termini di capitale umano, riducono drasticamente quello che permette di produrre, le immobilizzazioni tecniche e quanto altro fa da contorno. Questa considerazione induce a spingersi con la mente verso altre problematiche che verranno presto, per certi versi meno male, allo scoperto. Con l’ augurio che quanto prima si ristabilisca la pace, il più possibile e in ogni parte del mondo, la domanda che si pone è chi pagherà i conti della ricostruzione per ciascuno dei paesi che avranno deposto le armi. Chiaramente ogni caso avrà il suo programma di ricostruzione elaborato su misura. Il problema sarà la copertura finanziaria che presenta due grosse incognite: il reperimento delle somme e la retribuzione del loro servizio. Non sarà impresa facile, almeno stando alle previsioni attuali degli economisti, e è una questione che richiede ben altro tempo e strumenti di studio che non un semplice pour parler come quello espresso in queste righe. Avendo fatto riferimento al denaro, è doveroso rilevare che le catene di Sant’ Antonio, per dare a esse un nome che abbia a che fare, anche se da lontano, con i miracoli, non si sono mai interrotte definitivamente. In versione laica, le stesse sono pressoché identiche  agli “schemi Ponzi”, dal nome del truffatore che prometteva guadagni elevati in un periodo anche esso di grande crisi, quella del ’29.L’ ultima versione è la truffa del denaro elettronico che sta esplodendo in crescendo in maniera simile ai fuochi d’artificio da poco spenti. Come tutte le erbe infestanti, anche la cosiddetta moneta virtuale, che non ha niente della moneta tradizionale e altrettanto della caratteristica virtuale perchè non c’é, come l’ isola di Peter Pan. L’episodio di Pinocchio che pianta le monete consigliato dal Gatto e dalla Volpe non ha insegnato nulla. Quella minestra riscaldata, preparata e servita da sedicenti finanzieri dernier cri, una versione negativa di quelli che si cimentano con il Monopoli è, particolare non irrilevante, border line con molti sistemi legislativi. Intanto sta mettendo sempre più in difficoltà non solo investitori privati che definire ingenui é ancora un complimento, ma anche operatori finanziari professionali e intermediari non bancari. Per essere ancora nei primi giorni dell’anno, niente male come inizio. Sará bene fermarsi a riflettere e a non andare oltre, almeno per ora. Del resto un anno è lungo da passare e ci saranno, senza alcun dubbio, altre occasioni per ritornare sugli argomenti appena accennati sopra.

 

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DOMENICO OCONE

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