CHI È IL MIGLIORE TRA PELE’ E MARADONA?

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LUCIANO BRUNI ESPRIME LA SUA OPINIONE SU PELÈ E MARADONA

di Gaetana Fasano

Il 29 dicembre 2022, si è spento Pelè, pseudonimo di Edson Arantes do Nacimiento, ex calciatore e dirigente sportivo brasiliano, considerato uno dei giocatori più forti del secolo.

L’ex attaccante ha combattuto fino alla fine con un tumore.

Lunedì 2 gennaio 2023, ci sarà la veglia funebre, a Brasilia.

Nella sua carriera calcistica Pelè ha realizzato il record di reti, ossia 1281 in 1363 partite, mentre in gare ufficiali, 757 reti in 816 incontri, con una media di 0.93 gol a partita, secondo i dati FIFA. Ha vinto tre mondiali, uno a 17 anni ed è stato il campione del Mondo più giovane di tutti i tempi.

Il 25 novembre 2020, si è spenta un’altra stella del calcio mondiale, Diego Armando Maradona.

El Pibe de Oro, così com’è stato soprannominato, è ritenuto tuttora uno dei più importanti giocatori del pianeta calcistico;

Anche Diego Armando Maradona, infatti, è stato considerato dalla FIFA “Calciatore del secolo”, con all’attivo 345 reti in 660 partite giocate, tra nazionale Argentina e squadre di club, di cui 115 con in Napoli.

Pelè e Maradona sono stati indubbiamente giocatori formidabili, che hanno fatto la storia del calcio mondiale ma fra i due chi è il più forte?

A rispondere è il tecnico Luciano Bruni, ex calciatore e campione d’Italia, che tra l’altro ha avuto la fortuna di incontrare Maradona, come avversario.

Luciano Bruni

“Premetto che fare un paragone tra i due giocatori non è semplice, tenuto conto delle due differenti epoche calcistiche. Indubbiamente questi giocatori avevano talento, fantasia, intuizione, oltre a qualità fisiche innate, che facevano la differenza.

Personalmente ed avendo vissuto sul campo Maradona ho visto gesti tecnici incredibili, che rimangono impressi per tutta la vita.

Ricordo il goal del 3 a 0, fatto a Giuliano Giuliani, portiere del Verona, l’anno dello scudetto del Napoli, del 1985/86; Maradona, in detta partita, disegnò un arcobaleno telecomandato all’incrocio dei pali, da circa 45 metri!

Quello che ha fatto Pelè lo sappiamo tutti e credo che sia un giocatore inimitabile, per la qualità e la fantasia dei gesti tecnici, che ha espresso sul campo.

Operando un giudizio completo, fra i due giocatori e mettendo a confronto il tipo di carriera, dentro e fuori dal campo, voterei indubbiamente Pelè.

Mi spiego meglio, nella carriera di un campione si deve tener conto anche del comportamento.

Il campione, infatti, deve essere un esempio di vita per tutti, quindi fra i due se dovessi attribuire un premio alla carriera, lo darei a Pelè”.