GROTTAGLIE (TA): IL PRESEPE NELLA TRADIZIONE DEL CARMINE.DALLA PIETRA DI STEFANO DA PUTIGNANO ALL’ARGILLA DI EMANUELE ESPOSITO

NELLA CONFRATERNITA DEL CARMINE DI GROTTAGLIE. PARROCCHIA MADONNA DEL CARMINE GROTTAGLIE
di Vito Nicola Cavallo
In Puglia uno dei più importanti musei della natività in cui sono raccolti diverse opere d’Arte, dedicate alla Natività e dove da molti anni si svolge l’appuntamento della mostra del Presepe, questo luogo è a Grottaglie in provincia di Taranto, città in cui è custodito una delle opere più interessanti dello scultore Stefano da Putignano nella Chiesa Madonna del Carmine, presepe in pietra policroma (sec. XVI). La post-pandemia ha consentito alla Confraternita del Carmine di Grottaglie, Parrocchia Madonna del Carmine di Grottaglie la realizzazione di una pregevole installazione del presepe, con opere in terracotta dell’artistica Grottaglie Emanuele Esposito. Iniziativa assente nel cartellone degli eventi natalizi redatto dall’amministrazione comunale dal titolo “La calda atmosfera natalizia avvolge l’antica città della ceramica”, iniziativa che da giorni, nella città delle ceramiche ha generato una “spropositata” enfasi per le luminarie realizzate dai residenti del centro storico della città, ignorando, al contrario, il presepe di Emanuele Esposito al Carmine.
Sui social impera ormai un incomprensibile esaltazione del sipario scenografico sulle luminarie del centro storico, enfatizzate dal sindaco e dai sostenitori dell’iniziativa. Un lavoro, quelle delle luminarie ed addobbi natalizi di notevole impegno, che hanno trasformato le vie della città antica in un presepe, che non è, di contro lo è invece, il presepe di Emanuele Esposito realizzato nella Congrega del Carmine, e che non ha trovato ospitalità nel cartellone degli appuntamenti natalizi diffuso dal sindaco e dai promotori dell’iniziativa. Anche questa è Grottaglie, un humus culturale sempre più a “marcia indietro”. Un nostro amico che abbiamo ospitato volentieri con i suoi approfondimenti sulle tradizioni e cultura di Puglia Cosimo Luccarelli ci ha offerto una sua riflessione in merito “purtroppo caro Vito l’arrivo del Natale per queste generazioni non è quell’attesa di speranza che noi portiamo ancora nel cuore. Ora, invece, “la situazione in parte è cambiata” e la speranza non è più da difendere e giustificare “filosoficamente e teologicamente”, ma da annunciare, mostrare e donare “a un mondo che ha perso il senso della speranza e sprofonda sempre più in un pessimismo e nichilismo che è il vero “buco nero” dell’universo”. Dobbiamo noi adulti riavviare il moto di speranza parlando di gioia e valori umani senza timore di sembrare ingenui o di rimanere delusi.
Facciamo capire alle nuove generazioni che la strada della laicità spinta inaridisce gli animi perché viene soffocata dall’essere e dall’ apparire. Non mi stupisco se a Grottaglie si continui a cancellare la nostra storia, i nostri illustri personaggi, la nostra arte, perché non esiste più il senso di appartenenza. Ormai siamo cittadini senza nome, senza lingua d’origine, senza tradizioni, senza identità. Le città limitrofe lo hanno compreso bene che devono essere avviati processi veloci di recupero. Amministrazione, Chiesa, Associazioni, Società Imprenditoriali, Cittadini, Commercianti, Popolazione sono uniti e procedono a ritmo veloce. Grottaglie invece applica la politica dell’antico mestiere dei cordai (fiskulari) che vuol dire andare sempre di più a marcia indietro.”
Adiacente alla gravina di San Giorgio si sviluppato nei secoli un singolare impianto urbanistico a destinazione produttiva artigianale del sud mediterraneo, il quartiere dei cammenn’ri (che sono i camini dei vecchi forni in legno) in cui ruota intorno la produzione ed il commercio di terrecotte e ceramiche, a guardia dello stesso si erge il Castello Episcopio, che ospita il più significativo museo di ceramiche pugliesi, distribuito in cinque sezioni (archeologia, maiolica, ceramica tradizionale per l’uso quotidiano, oggetti contemporanei, presepi), ed annualmente ospita il concorso internazionale di ceramica e relativa mostra .
Le mostre nel tempo sono state ospitate nel castello Episcopio, che per secoli è stato simbolo della potestà feudale dei vescovi tarantini, e che sorge a monte del centro antico, cerniera di mediazione tra la città storica e la città nuova, l’impianto doveva essenzialmente essere una masseria – fortezza, tipica della Puglia nel XIII secolo. Il castello-episcopio, infatti, dopo quasi sei secoli, si presenta oggi allo sguardo con l’architettura militare di una rocca medievale anziché come la domus episcopalis avente spiccato carattere di fortezza, caratterizzato dall’altissima torre sorgente dal cortile posteriore della facciata. Il Museo della Ceramica di Grottaglie, ospita diverse sezioni di manufatti della tradizione figulina grottagliese, pienamente attestata già in età medievale, si caratterizza per la varietà morfologica, iconografica, decorativa e tecnica con la quale sono stati realizzati nel tempo oggetti finalizzati a usi funzionali, cultuali o prettamente ornamentali. Parallelamente a questa produzione, già nel corso dell’Ottocento, l’artigianato locale realizza presepi in terracotta dipinta composti da figurine e paesaggi piccolissimi, pastorelli di ogni forma e grandezza con il Bambin Gesù sempre paffutello e sorridente nelle braccia di Maria accanto a Giuseppe; i Re Magi e poi i cavalli, le pecorelle, le casette, gli angeli e i pastori fra i quali l’immancabile sbantusu, personaggio colto in pieno stupore alla vista della stella. Si conoscono i nomi di alcuni maestri attivi tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX fra cui Petraroli, Manigrasso, Micera, Esposito e i Peluso, illustri specialisti del presepe per diverse generazioni.
Il principale e il più famoso di questi maestri esecutori di presepi è Stefano da Putignano,lo scultore più prolifico del Cinquecento pugliese perché ha realizzato molta statuaria e di svariati soggetti. Suo ilpresepe della cattedrale di Polignano a mare,datato 1503, smebrato e a pezzi…l’arte di Stefano da Putignano, ed il suo straordinario realismo mimetico che si compiace di descrivere minutamente gli abiti,ghi accessori, le espressioni fisiche dei personaggi ed il Presepe di del Carmine a Grottaglie, collocato nell’ultima cappella della navata laterale sinistra e datato 1530.E’ anche l’unico che reca la firma dell’autore “ Stephanus apulie poteniani me celavit” è inciso sul risvolto dello zoccolo in pietra a sostegno delbambinello..Nella cattedrale di Martina Franca vi è un altro Presepe attribuito a Stefano da Putignano o a un suo allievo, dato il più basso profilo artistico”.L’antropologa Bianca Tragni, prosegue nel suo studio con laproduzione presepistica in Salento ed afferma che “ la penisola salentina è il cuore pulsante del presepio con i due centri di produzione più importanti che sono,Grottaglie e Lecce per la cartapesta.
Nella diffusione della cultura dell’arte presepista meridionale è stato Emanuele Esposito nato a Grottaglie è sen’altro una figura poliedra:esperto contadino, ceramista e presepista di larga fama, studioso delle tradizioni popolari, conoscitore della storia e della cultura del territorio.Si interessa poi di teologia e di filosofia, di psicologia, di arte e di linguistica.La passione di Esposito è rivolta alla ceramica e in particolare al presepe che conosce nei vari significati artistici,religiosi,tradizionali.E’ doveroso ricordare che le stesse origini della Mostra del Presepe di Grottaglie sono legate alla felice circostanza dei vari riconoscimenti da lui ottenuti.Grande amico del maestro napoletano De Simone ,che ha dedicato al “puparo” grottagliese, un intero capitolo della sua famosa opera sul presepe napoletano , svelando i misteri e le leggende legate alla tradizione natalizia, pagine importanti contenute in una lunga intervista del 1977, che riportaimo.In (1) “(registrazione effettuata da Roberto De Simone e da Annibale Ruccello a Grottaglie il 20 novembre 1977, nel laboratorio di Emanuele Esposito artigiano “puparo” ossia modellatore di figure presepiali).”A proposito di tale iniziativa del De Simone, così commentava la stampa-del maestro napoletano, infatti, Emanuele Esposito e grande amico oltre che interlocutore prezioso su temi che riguardano la cultura e i riti poplari….Un libro importante che grazie ad una chiave di lettura interpretativa davvero originale ci parla del presepe napoletano e soprattutto dei suoi significati reconditi, svelandoci segreti e aneddoti curiosi e accattivanti che arricchiscono la nostra cultura e soddisfano la nostra curiosità.
Oratore affascinante, lo studioso grottagliese non siè però sofferato solo sull’amicizia che lo lega a De Simone, ma ha allietato l’uditorio con racconti legati alla tradizione dei riti della cultura popolare(..) Emanuele Esposito è senza dubbio unodegli ultimi eredi di quella tradizione culturale che faceva della trasmissione orale del sapere il suo elemento fondante. Quello dello studioso grottagliese è infattiun sapere acquisito sul campo, grazie alla sua vicenda personale e ai racconti dei contadini che gelosamente lo custodivano esperienze di vita e di lavoro che altrimenti sarebbero finite nel dimenticatoio della cultura cosidetta ufficiale, complice quello snobbismo intellettuale di matrice accademica che spesso ignora volutamente ogni acquisizione culturale non “ortodossa”.
E’ sicuramente Emanuele Esposito incarna il prototipo dello studioso atipico, che alla pomposità accademica preferisce la ricerca continua di fatti ed eventi che non poche volte sono ignoti agli stessi studiosi di professione.Figura poliedrica, il “puparo” grottagliese gode tuttavia della stima di molti intellettuali, tra i quali, appunto, il maestro partenopeo Roberto De Simone..” (Corriere del Giorno 1999).