LA MUSICA CLASSICA

QUESTA SCONOSCIUTA
di Antonio Del Gaudio
Vi è mai capitato di vedere un giovane che cammina per strada con un violino sulle spalle? Una visione che oramai sembra quasi un miraggio. Eppure ci sono. Vi ricordate i falò sulla spiaggia?
E quelle scampagnate con la famiglia, gli amici e c’era sempre lo zio che aveva nel cofano dell’auto la sua chitarra, tutti seduti per terra in circolo come degli indiani a cantare Battisti, Vianello, Pino Daniele, Celelentano… vi ricordate i “Canta tu”? – libroni con tutti i testi e gli accordi che si vendevano sulle bancarelle. Se la vostra risposta è : si mi ricordo, allora potete esser certi di appartenere a una specie in via di estinzione. Che cosa significa suonare uno strumento musicale? Evito le dissertazioni scientifiche sui benefici del cervello umano e mi concentro sull’aspetto sociologico. Suonare significa in primis andare a tempo, intuire quando inserirsi con la propria voce sulla base musicale riprodotta, infatti il problema più grave non è esser stonati, quello si può risolvere cambiando la tonalità del brano bensì non capire il battere e il levare del brano, non saper ascoltare prima se stessi questo è il vero scoglio da superare.
L’educazione musicale è quella forma di cultura basica che occorre ad ogni individuo per avere cognizione di cosa ascolti, come l’ascolti e di come puoi interagire con il ritmo prodotto. Un po’ come le quattro operazioni in matematica, non puoi sapere se il fruttivendolo ti ha fregato sul resto che devi ricevere se non sai eseguire una sottrazione, lo stesso per la musica non puoi partecipare ad una serata di Karaoke se non sai distinguere una strofa da un ritornello. La musica classica ovviamente è un’altra storia – lì devi studiare armonia. E l’ascoltatore di musica classica esiste ancora? Certo che si. Sono i nuovi carbonari, esseri che vagano nell’oblio di un girone infernale, acquistano ancora cd e si siedono sul divano per deliziarsi con la quinta sinfonia di Beethoven. I conservatori italiani sono tra i più prestigiosi d’Europa e hanno una offerta formativa variegata tanto da potersi laureare anche in musica jazz e pop. Ma la musica classica dove si puo’ ascoltare? Anni fa la ormai defunta Rete4 aveva la buona abitudine di programmare parti del suo palinsesto dedicandolo alla musica classica, in orari improbabili certo, ma lo faceva. Oggi è completamente scomparsa. Morta. Defunta. Perché investire in un programma televisivo il cui ascolto sarebbe sicuramente con uno share risibile, iniquo? La pasta Barilla darebbe i suoi soldi per sponsorizzare u concerto di musica classica? Oppure la BMW, oppure i biscotti del Mulino Bianco avrebbero maggiori vendite se il loro spot passasse durante il secondo movimento di un concerto per pianoforte e orchestra di Mozart? Troppe domande – nessuna risposta, oppure si, ma meglio non avere idee – continuiamo così – facciamoci del male (cit. Nanni Moretti)