THIS IS ME”, IL NUOVO LIBRO DI JENNIFER P.

L’INTERVISTA ALL’ AUTRICE
di Anna Adamo
Jennifer P. lavora in ambito assicurativo, si occupa di sinistri e formazione dei ragazzi. Un lavoro tanto bello, quanto faticoso, perché presuppone un continuo contatto con la gente, con la realtà dei fatti non sempre positiva e semplice, con un mondo che in un modo o nell’altro finisce per girare intorno all’ aspetto economico.
E, inutile negarlo, quando si toccano con mano questo tipo di situazioni ogni giorno, il bisogno di evadere diventa più forte di quanto si creda.
Jennifer il modo per evadere lo ha trovato in una passione, quella per la scrittura, che l’ha portata a scrivere ben tre libri: “Listen to your heart”, “Look at me” e “This is me”, il suo ultimo libro.
Di cosa tratta “This is me? “Il libro tratta di una coppia con una notevole differenza d’ età. Lei si innamora del suo capo e sono in procinto di sposarsi. È una storia che rispecchia molto la realtà, perché entrambi ricordano il loro passato e commentano ciò che avvenne in quel periodo. Il tutto, però, inizia a prendere ancora più forma quando lui scopre il taccuino sul quale lei annotava tutto ciò che le veniva in mente per andare contro di lui, un po’ come se fosse un arsenale di guerra e, spinto dalla curiosità, inizia a leggerlo. Da questo momento in poi prendono il via una serie di vicende che non si possono comprendere se non le si leggono”.
È un libro in cui lo spicy non manca. Da cosa nasce l’esigenza di inserirlo? “This is me” segue il filone degli altri romanzi che ho scritto. Non mi scandalizza inserire lo spicy, perché ritengo faccia parte della vita di ognuno di noi e, dal momento che con i miei libri voglio rappresentare la realtà, non avrei potuto non inserirlo. Inoltre, crea l’atmosfera e in alcuni casi aiuta anche a comprendere il carattere dei personaggi. Quindi, si, l’inserimento dello spicy nasce proprio dall’esigenza di voler rappresentare la realtà e non ridurre tutto al semplice “fanno l’amore” che tempo fa si leggeva negli harmony”.
La protagonista è una donna forte, che non sopporta le ingiustizie e cerca di combatterle in qualunque modo. Secondo lei, le donne sono un po’ condannate a dover sempre dimostrare di valere e ad essere forti? Oppure questo è un semplice luogo comune? “Tutte le protagoniste dei miei libri sono donne forti, anche quella che sembra essere la più debole è, in realtà, una donna forte, perché la verità è che ognuno è forte a modo suo. Da donna che lavora in un ambito prevalentemente maschile credo che siamo sempre tenute a dimostrare qualcosa, anche se siamo più brave degli uomini in molte cose. Sono del parere che siamo anche noi a galleggiare in questa diceria secondo la quale siamo un po’ condannate a dover dimostrare sempre di valere ed essere forti. È un male che, per alcuni versi, siamo noi stesse a farci”.
Qual è il messaggio che, attraverso il suo ultimo libro, vuole lanciare? “Vorrei dire a tutti di non arrendersi mai, perché per quanto sembri che nulla vada a nostro favore, bisogna sempre trovare la forza di andare avanti, di ricominciare. La protagonista del libro non è altro che la dimostrazione di tutto ciò, perché è una donna che ha ricominciato grazie alla passione per il suo lavoro. Un altro messaggio forte che intendo lanciare attraverso il libro è che purtroppo ci sono delle cose che non si possono cambiare, però si può, con esse, provare a convivere”.
Cosa si sente di dire a chi vuole avvicinarsi al mondo della scrittura e intraprendere un percorso simile al suo? “Sono del parere che scrivere sia terapeutico, nel mio lavoro spesso scrivo di cose che vedo, per ricordarmele nel tempo, o le sensazioni di un momento. Non tutti sono scrittori, ma tutti possono diventarlo. Al giorno d’oggi in questo siamo molto avvantaggiati, perché abbiamo il self publishing che permette di mettersi in gioco, quindi l’unica cosa che mi sento di consigliare a chi ha una grande passione per la scrittura è buttar fuori tutto ciò che si ha dentro senza alcun problema, perché tanto si sa che nel momento in cui si scrive un libro ci si espone al giudizio della gente, che non sempre è positivo. È naturale che un libro possa piacere o non piacere”.
Nei suoi libri parla di donne forti e novembre è il mese dedicato al contrasto della violenza maschile sulle donne. A tal proposito, cosa si sente di dire alle donne? “Alle donne mi sento di dire che debbano denunciare e non debbano tenersi tutto dentro. Credo più nell’amicizia che nell’amore e dico sempre che quest’ultimo può finire, l’amicizia, invece, se è vera e sincera non finisce mai, quindi suggerisco loro di parlarne con un’amica, con chiunque, di farsi aiutare. Noi donne cerchiamo sempre di cavarcela da sole, perché fondamentalmente siamo forti, però ci sono dei segnali che ci sfuggono proprio perché li viviamo e solo l’occhio di’ un’altra persona può aiutarci a comprenderli, perciò l’unica cosa che mi sento di dire è trovare un modo per parlarne con qualcuno e per denunciare”.