BIG MOUTH: NETFLIX PUNTA SULL’EDUCAZIONE SESSUALE E VINCE!

BIG MOUTH: NETFLIX PUNTA SULL’EDUCAZIONE SESSUALE E VINCE!
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NON BISOGNA NÉ DRAMMATIZZARE NÉ DEMONIZZARE LA SESSUALITÀ O IL SESSO MA AIUTARE I GIOVANI A COMPRENDERLO ED UN GIORNO PRATICARLO IN SICUREZZA

di Trisha Meccre

Dall’Italia all’America l’educazione sessuale è un tema che scotta, specie quando si tratta di parlarne ai propri figli. Un esempio lampante è ciò che è accaduto circa una settimana fa al parlamento europeo: l’europarlamentare Alessandra Moretti si è trovata a dover rispondere ad una critica mossa riguardo all’educazione sessuale nelle scuole da parte di una sua collega tedesca-che vi era contraria-spiegando che “Se non istituita nei luoghi di istruzione quali le scuole sono, si rischia che i ragazzi a casa si istruiscano da soli su programmi inadatti come YouPorn e ciò non può accadere poiché l’educazione sessuale è per prima cosa imparare ad avere rispetto dei propri corpi e di quelli altrui”.

Molti hanno accolto la mozione ed altri l’hanno fortemente criticata. Ma finché non verrà applicata una vera e propria riforma sul tema, uno dei mezzi a mio parere validi, è -oltre quello di parlarne apertamente in casa- una serie originale Netflix che io stessa considero una punta di diamante della tanto amata piattaforma streaming: Big Mouth. Non bisogna né drammatizzare né demonizzare la sessualità o il sesso ma aiutare i giovani a comprenderlo ed un giorno praticarlo in sicurezza e questa serie ne è un esempio lampante. Big Mouth non nacque come programma educativo ma è stato scoperto che secondo molti giovani è alquanto utile per aiutarli a fare i conti con l’adolescenza: dalla sigla che premette il tema del cambiamento dei corpi e delle menti dei ragazzi dalla pre-adolescenza alla pubertà, la serie affronta sia dal punto di vista maschile che femminile – o perché no gender fluidil tema del sesso, della sessualità e delle varie problematiche e dubbi che ne conseguono con l’ausilio di personaggi iconici quali i mostri degli ormoni in rappresentanza delle emozioni scaturite dalla crescita ormonale: grosse, eccitate, bestie pelose che comprendono lo stato d’animo altalenante dei giovani protagonisti in via di sviluppo.

Non nascondo che gran parte delle espressioni, scene e rappresentazioni sono volgari, alcuni oserebbero dire oltremodo scandalose, a ricordare una famosa opera anche questa tutta americana e dalla sottoscritta anche questa molto apprezzata: “South Park”. Ma ciò che chi critica trascura è che tutto ciò è voluto poiché, per avvicinarsi ai pensieri dei giovani, abbastanza da poterli capire ed aiutare al meglio, la serie deve scendere ai livelli dei pensieri più reconditi, improvvisi ed involontari che sappiamo già essere all’ordine del giorno, specie quando si è una adolescente dubbioso e con la testa un pò confusa. Negli anni questa cartoonesca rappresentazione del quotidiano è cresciuta fino a diventare sensazione nazionale negli stati uniti. Sono variate le tematiche diventando sempre più complesse e sofisticate e dando così vita a nuovi personaggi in rappresentanza dei vari stati d’animo: dalla depressione, all’amore, all’odio, all’ansia, attraverso gli occhi dei giovani protagonisti costretti a fronteggiarle ogni giorno esattamente come ognuno di noi nella vita reale. Sia chiaro: la serie è assolutamente inadatta per dei bambini, oltre che per le tematiche trattate anche per l’appunto per la volgarità e crudezza delle scene e del linguaggio, seppur a cartoni Big Mouth è unicamente per giovani adulti- quali sono gli adolescenti-in grado di distinguere la comicità volgare e pungente dalla realtà dei fatti. Inoltre il successo di questa serie non è fine a se stesso: seppur non dalla mente che lo ha creato Nick Kroll, bensì da quella di Mitra Jouhari e Nate Funero è stato partorito un meritatissimo Spin-Of -per i più digiuni ai termini televisivi, è una serie che attinge dall’originale per personaggi dapprima secondari resi protagonisti ma con un alta linea narrativa- con temi pensati apposta per le problematiche affrontate in età adulta, come ad esempio la maternità e la depressione post parto che a volte ne consegue, la cura di genitori anziani e le relazioni tossiche che a volte non ci accorgiamo di intrecciare e i vari volti della dipendenza: Human Resources.

Personalmente devo dire che mi è stata molo utile la puntata sul tema del lutto e su come affrontarlo dato che quando uscì lo Spin-Of ne avevo da poco subito uno in famiglia. A volte mi rendo conto che se avessi avuto a disposizione un mezzo come Big Mouth nel periodo della mia adolescenza passato tra cambiamenti, depressione, ansia e disordini alimentari, forse avrei vissuto il tutto in maniera più consapevole e leggera. La mia idea è stata poi confermata mesi fa da quei membri della mia famiglia che appartengono alla stessa fascia di età dei giovani protagonisti della serie: i miei due cugini Nadir ed Hamed, confermandomi che in momenti di smarrimento, hanno attinto alla leggerezza del programma, vivendo il tutto in maniera più consapevole.

A riconfermare il grande successo e il ruolo di utilità che Big Mouth svolge nella vita degli spettatori, è la sesta stagione uscita Venerdì 28 ottobre su Netflix, con puntate dedicate a singoli temi specifici che molte persone spesso non affrontato un pò per inesperienza un pò per vergogna. Promette di essere un’altalena di emozioni anche questa volta e personalmente non vedo l’ora di scoprire quali temi inserirà ed affronterà in futuro.

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TRISHA MCREE

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