SALERNO-NAPOLI: POLTICHE 2022, I “DE LUCA” PRONTI AD INIZIARE UN NUOVO CICLO POLITICO PER IL RITORNO DEL PD

SALERNO-NAPOLI: POLTICHE 2022, I “DE LUCA” PRONTI AD INIZIARE UN NUOVO CICLO POLITICO PER IL RITORNO DEL PD
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ORA BISOGNA CHE IL PD FACCIA UN OPPOSIZIONE SERIA, RIPRENDA CONTATTI CON MILITATNTI, ELETTORI E SIMPATIZZANTI, SI DIA UNA SCOSSA RIPARTENDO DAI TERRITORI DOVE SICURAMENTE ANDRANNO RIORGANIZZATE LE STRUTTURE LOCALI

di Giovambattista Rescigno

Al termine di una campagna elettorale al dir poco da spiaggia e ombrellone, seguita nella maggior parte dei casi escluse alcune manifestazioni che hanno registrato la presenza di eminenti figure politico istituzionali degli schieramenti più importanti nella nostra Salerno, è giunta l’ora di fare la famosa lista della lavandaia, e fare i conti con cosa è andato bene, cosa avrebbero potuto fare meglio gli sconfitti e cosa hanno in animo di fare. Nel PD a prendere la parola a Salerno e rompere il ghiaccio, non il muro del silenzio e fare autocritica per dare e dare inizio ad una nuova era politica, “Una nuova ristrutturazione”, come già annunciato anche dal segretario nazionale Enrico Letta, è il riconfermato On. Piero De Luca, il quale nel suo ringraziamento a coloro che hanno sostenuto il PD in questa campagna elettorale ed in particolare agli elettori delle province di Salerno  e Avellino ha dichiarato: “È stata una campagna elettorale in salita. In un momento di grande difficoltà economica e sociale. Le sfide erano difficili in partenza, soprattutto nei collegi uninominali e ringrazio il segretario Letta per non essersi risparmiato mai. Abbiamo dato il massimo per indicare una strada da percorrere, per non lasciare indietro nessuno e costruire l’Italia dei prossimi anni. Rispettiamo il risultato elettorale e auguriamo buon lavoro alla coalizione che avrà l’onere e l’onore di governare il Paese. A noi la responsabilità di un’opposizione seria e decisa. Con spirito costruttivo, ma con determinazione e intransigenza se dovessero essere messi in discussione la collocazione europeista del Paese, così come diritti e libertà fondamentali. Abbiamo poi il dovere di aprire una riflessione chiara e decisa al nostro interno, in vista del prossimo congresso. È necessaria una scossa che riparta, anzitutto, dai territori. Da chi ha radicamento e presenza reale nelle nostre comunità. E avviare una forte e netta discussione di chiarimento programmatico. Quale sarà l’identità, la natura, la direzione di marcia e, direi, l’esistenza stessa di una grande forza come il Partito Democratico, dipenderà da questo passaggio decisivo. Ringrazio tutti i cittadini che ci hanno sostenuto da Nord a Sud del Paese. E rilevo il risultato importante ottenuto nei due capoluoghi di provincia, Avellino e Salerno, che hanno portato il Partito Democratico ad essere la prima forza politica in assoluto, raggiungendo le cifre più alte del Mezzogiorno, di gran lunga superiori alla media nazionale. Un attestato di stima e fiducia da cui ripartire a livello territoriale e nazionale”. 

Al riconfermato On. Piero De Luca, fa eco il papà, il Presidente della Regione Campania Vincenzo, che a distanza di alcuni giorni, e a mente fredda, fa una sua lunga riflessione sul risultato elettorale e come è stata condotta la campagna elettorale dal PD, non risparmiando nessuna critica e giudizi alquanto poco positivi anche nei confronti del dolorante PD, con un tono dolce e parole quasi amorevoli, patriarcali, nei confronti del segretario Enrico Letta dichiarando nel merito: “Avverto fra la nostra gente un clima di depressione, di fine della storia. Credo sia indispensabile uscire subito da questo stato d’animo. Il colpo è stato duro. Ma occorre reagire con forza. Chi si è stancato, stia a casa. Per chi vuole combattere è necessario guardare in faccia la realtà, con l’umiltà, il rigore, lo spirito autocritico necessariamente spietato, che ci è richiesto ora. Prima che un problema di uomini e di programmi, c’è un problema di relazioni umane. Nei nostri confronti è cresciuto un sentimento di insofferenza, di estraneità. Veniamo percepiti come un misto di presunzione, di supponenza e di inconcludenza. Il nostro linguaggio ha dimenticato le parole della gente normale. Parliamo una lingua morta. Spesso, non ci ascoltano neanche. Offriamo, il più delle volte, un personale politico senza nessun legame con i territori, cresciuto nelle stanze ammuffite delle correnti, o nei salotti pieni di luce e privi di aria. Non si vede gente che provenga dalla fatica e che conosca l’odore della terra bagnata, o il rumore di una fabbrica o l’angoscia di una vita di povertà, di una bottega che chiude, di un lavoro che non arriva mai. Occorre scuotersi subito. Non è finita la storia. È finita la vicenda di una forza politica, che non si è data una identità programmatica chiara e percepibile, e un modo di essere, di lavorare e di selezionare i suoi gruppi dirigenti sulla base del merito e della militanza. Dopo le elezioni, abbiamo davanti un problema politico enorme: è in gioco, ormai, il carattere di forza nazionale del Pd. Il Sud è scomparso dal suo orizzonte da anni e anni. E in queste condizioni, si rischia di diventare un partito meno che regionale, condannato all’ininfluenza. Ho apprezzato la grande dignità personale e politica espressa da Letta. Bene un congresso rapido, e quanto più aperto alla partecipazione popolare, e non autoreferenziale. Occorrono chiarimenti di fondo. In questi anni, mi è capitato di segnalare innumerevoli volte le criticità, i vuoti programmatici, le degenerazioni della vita interna. Non ricordo, francamente, dirigenti che abbiano avuto il coraggio di parlare per tempo e con chiarezza. Ricordo solo gente politicamente corretta, e ben nascosta e mimetizzata. Si dovrà parlare anche di tutto questo, in una stagione politica, che ci obbliga a u n linguaggio di verità. Per il resto, occorre avere fede e senso della storia. Con rispetto, attendiamo all’opera i vincitori delle elezioni. “Nihil dictu facilius”: nulla è più facile che parlare. Governare e decidere, è un’altra cosa. E in ogni caso, auguri all’Italia”. In tutta sostanza, al governatore l’esito delle elezioni politiche che, hanno visto trionfare il centrodestra in modo particolare Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, sulla quale aveva detto in uno dei sui interventi la “Presidente di fratelli d’Italia si coricherà Meloni e la mattina seguente si rialzerà  Sora Cecioni”, ovvero la donna qualunque  all’indomani dello scrutinio, cosa che non è andata così, come non ha ben digerito politicamente che in Campania, in alcuni collegi uninominali in particolare dell’area del napoletano, anche il Movimento Cinque Stelle, ha raccolto i suoi straripanti successi. Ora al PD non resta altro da fare, che iniziare una corsa alla revisione dapprima interna e poi iniziare dopo il congresso un nuovo modo di far politica, non dimenticando che i cittadini italiani, e le Nazioni del Globo, non solo quelle del patto, hanno gli occhi puntati e le orecchie ben tese, non solo su quanto farà il futuro governo, ma come il secondo partito d’Italia quali metodologie politiche adotterà nella sua preannunciata dura opposizione  

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GIOVAMBATTISTA RESCIGNO

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