DA VENERDÌ SCORSO È DIVENTATO PIÙ CHE MAI COMPRENSIBILE, PER UNA PARTE DELLA POLITICA, COSA SIGNIFICHI PIANGERE SUL LATTE VERSATO

APPUNTI E SPUNTI DA PONTE
di Domenico Ocone
La conferenza stampa che l’ancora Premier Draghi ha tenuto dopo l’ultimo- in tutti i sensi -consiglio dei ministri tenutosi venerdì, in alcuni punti é stata come l’urlo di Munch, questa volta con il sonoro, in un ambiente in cui alcune persone stavano dormendo se non serenamente, quanto meno senza particolare angoscia. Quelle stesse che si sono svegliate di soprassalto e, ancora frastornate, hanno impiegato poco a realizzare che si era chiusa definitivamente un’era. La stessa avrebbe dovuto essere così archiviata insieme a una precisa strategia ipotizzata, strettamente connessa alla realizzazione di un tipo di risultato elettorale. Il Professor Mario Draghi, in un passaggio di quella conferenza, ha informato che sta valutando altre proposte, per cui è da escludere che possa prendere in considerazione l’ipotesi di un suo ritorno a capo di una coalizione di governo. Saranno quindi al settimo cielo gli abitanti di Liliput, quella parte della politica che mal tollerava che a guidare il Paese fosse un grand commis novello Gulliver, peraltro di levatura internazionale. Il motivo presumibile di tale avversione è da ritenere che, presente lui, gli altri componenti del prossimo esecutivo avrebbero continuato inevitabilmente a rimanere nell’ ombra. Quindi il Premier, con un appunto breve, succinto e compendioso, ha smorzato ancor prima che si manifestassero ufficialmente gli entusiasmi di uno degli schieramenti che si sono proposti per la guida del Bel Paese. Tale strategia, con buona probabilità, sarebbe potuta apparire un tentativo di recupero da parte di quegli esponenti politici che ha un minimo di buon senso e è consapevole di quanto avrebbe contato la presenza del Professore a capo del governo nella fase delicatissima in cui si dibattono l’Italia e gli italiani. Con il vantaggio non di poco conto che si sarebbero evitati tempi morti, perché la nuova compagine avrebbe ripreso immediatamente l’attività mai interrotta del tutto. Tenendo ben presente che la fine dell’anno si sta avvicinando a tappe forzate e con esso l’adempimento di alcuni importanti adempimenti. Ancora una volta la saggezza contadina si è rivelata vincente, quando afferma che non si deve mai fare il conto senza il tavernaro, al lessico urbano l’oste. Così come sarebbe prudente da parte degli italiani concentrarsi, ognuno per il suo, su come possa rendersi di aiuto alla causa comune, a prescindere dal totoesito delle urne. Per quanto sia stato ripetuto tante volte, non fa male ribadire ancora il concetto che la ripresa di quota dell’aereo Italia, tutt’altra cosa della compagnia di bandiera, è condizionata dalla produttività e dalla produzione che rimangono al di sotto degli standard europei già da prima che iniziasse l’attuale sequenza di avversità di ogni genere. Anche se fino all’ ultimo provvedimento di contrasto al caro bollette il governo è riuscito a evitare la contrazione di altro debito, il bilancio del paese é già talmente appesantito che, se si fosse trattato di quello di un’azienda privata, quest’ ultima sarebbe stata costretta da quel di a portare i libri contabili in tribunale. Pertanto, per non trasferire il disagio alle generazioni- il plurale è voluto – che verranno, è necessario che produttività e produzione del Paese buttino a mare la zavorra che attualmente le rallenta sostanziosamente. Se non si trova una dritta in grado di far risalire le scale a quelle due grandezze, il Paese continuerà a aggrovigliarsi su operazioni di mero trasferimento di ricchezza, fino all’ inevitabile e malaugurato scoppio di altre bolle. Per fare qualcosa del genere, c’ è bisogno che l’orchestra Italia, del tutto diversa da quella italiana, sia ben diretta da un maestro di grande levatura. Al momento non c’è alcuna ressa davanti allo sportello immaginario dove confluiscono le candidature e domenica prossima si vota.
Si astengano, per amor di patria, perditempo e avventurieri.