MUSICA: INTERVISTA A MARIO RISO

MUSICA: INTERVISTA A MARIO RISO
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OGGI VI PROPONIAMO LA CHIACCHIERATA FATTA CON MARIO RISO. IL NOSTRO SUGGERIMENTO È QUELLO DI SEGUIRE IL SUO PROFILO INSTAGRAM IN MODO DA RIMANERE SEMPRE AGGIORNATI SUL SUO ENTUSIASMANTE PERCORSO ARTISTICO. A SEGUIRE L’INTERVISTA: BUONA LETTURA! 

di Giulia Quaranta Provenzano

Buongiorno Mario! Vorrei iniziare col domandarti subito come ti percepisci a livello di personalità e dal punto di vista creativo. Buongiorno a te, Giulia! Penso di aver fatto della mia personalità ciò che contraddistingue maggiormente la mia vita, oltre ad essere il carattere principale della mia riconoscibilità artistica”.

Da piccolo chi immaginavi di diventare “da grande” e che bambino sei stato? Ci racconti un po’ – partendo dai tuoi primi passi – come sei arrivato a dedicarti allo stupendo viaggio nella musica? “Già da piccolo, amavo ugualmente il calcio e la musica. La mia famiglia ha sempre fatto il possibile per darmi le basi per decidere al meglio cosa avrei voluto diventare da grande –  sono cresciuto tra l’oratorio di Sesto San Giovanni e le lezioni di pianoforte. A tredici anni d’età ho scoperto l’Heavy Metal e da quel momento ho avuto le idee chiare su chi avrei voluto divenire una volta adulto… Sognavo ad occhi aperti di poter fare la rockstar in una Metal band, tipo gli Iron Maiden”.

Cosa rappresenta per te l’Arte e quale ritieni esserne il potere nonché il principale pregio e valore? Inoltre secondo la tua sensibilità, per ciò che ti concerne, ti senti più vicino all’intimistico “auto centrico” oppure maggiormente a tematiche politiche-sociali in senso ampio? “A mio avviso l’arte, in senso assoluto, costituisce uno dei motivi per cui si possono sopportare un sacco di cose spesso, diversamente, inaccettabili. L’arte è pace, è condivisione, è magia, è emozione, è empatia …Molto spesso gli artisti riescono a rappresentare perfettamente tutti questi aspetti e stati d’animo. Mi sento un essere umano capace di comprendere alcune forme di comunicazione, ma che passerà il resto della propria esistenza a tentare di capirne anche altre che al momento sono ancora distanti da me”.

Come descriveresti la sensazione, lo stato d’animo, che provi nel tuo iter musicale e vi è un modo specifico e ricorrente in cui sei solito procedere? “Per quello che riguarda il mio approccio nei confronti dello strumento, rispondo con due termini: costante e disciplinato. Amo strutturare il mio percorso dando spazio a tutti gli elementi che compongono il rapporto che ho con lo strumento, appunto. Studio, tecnica, improvvisazione e linguaggio sono gli aspetti che mi accompagnano, da sempre, nella mia quotidianità”.        

Se dovessi assegnare un titolo alle fasi più significative della tua vita sinora, quale colore e quale canzone assoceresti a ciascun periodo? “L’adolescenza è argento e vi associo “Running Free” degli Iron Maiden. Gli Anni ’80 sono oro e vi abbino “Girls, girls, girls” della band Motley Crue. Gli Anni ’90 li penso di colore nero, mentre la canzone inerente è “Enter Sandman” dei Metallica e “Small Like Teen Spirit” dei Nirvana. Gli Anni 2000 li collego all’azzurro e a “Nell’acqua” dei Rezophonic. Infine dall’anno 2010 domina il verde e “Sono Un Acrobata” dei Movida”.

Quando guardi, leggi, ascolti un artista e una persona di spettacolo cosa ti impressiona positivamente tanto da fartelo ritenere tale? Vi è qualcuno/qualcosa a cui ti ispiri o ti sei ispirato in passato e qualcuno con il quale attualmente vorresti collaborare? Ho sempre tratto ispirazione dalle brave persone.  Ne sono attratto a tal punto che spesso mi sembra di non essere interessante per il grande pubblico. Ho scelto la strada e il percorso della meritocrazia …faccio fatica ad accettare i consensi inutile – oggi diventati apparenza e motivo di ostentazione. Detto questo, provo rispetto per Lorenzo Jovanotti e mi piacerebbe poter collaborare con lui”.

Quale ruolo gioca l’immagine visiva, l’estetica, nella tua musica e nel veicolarne il significato ma pure nell’essere essa stessa significato? E quanto “pesano” invece rispettivamente la voce, il testo e la melodia nelle canzoni che più ti entusiasmano? Credo che ci sia un momento per tutto e che tutto faccia parte della comunicazione. La musica è frutto del periodo storico nel quale viene concepita e vive di riflesso anche delle mode che contraddistinguono un qual certa epoca. L’immagine e l’audio sono indissolubili e inseparabili, si completano a vicenda e rendono credibile un progetto artistico. Io vivo di periodi e cambiamenti di umore, motivo per cui mi piace dare peso ai più vari aspetti ma ognuno nel momento per me più opportuno”.  

I social che incidenza e finalità hanno nella tua vita e nel tuo percorso artistico [https://instagram.com/supermarioriso/igshid=YmMyMTA2M2Y=?]? Provo sentimenti contrastanti per i social, odio e amore. Non li amo particolarmente, tuttavia li trovo utili se usati per uno scopo e con una finalità lavorativa. Detesto invece utilizzarli per condividere la mia vita privata e difatti non lo faccio”.

I ricordi quanto sono fondamentali o meno nella tua esistenza, per la tua creatività e in che misura veicolano o no il tuo quotidiano? “I ricordi non sono, per quello che mi concerne, affatto fondamentali per alcun aspetto della mia esistenza. Mi limito a fare tesoro delle esperienze per evitare di commettere gli stessi errori più di una volta”.

A tuo avviso la musica destinata a fare storia può essere soltanto quella in linea con i consolidati ascolti abitudinari e prediletti dalla maggioranza in base al luogo e periodo in cui si vive, o piuttosto è quella che si differenzia e talvolta non viene subito capita e/o apprezzata perché non conforme alla già “digerita moda” vigente? Domanda molto complicata alla quale rispondere… Ciascuno di noi, secondo me, vive la propria esistenza da protagonista e la rende magica – sonorizzandola con una personale colonna sonora. Ogni canzone farà parte della storia di qualcuno ed è per questo che ho sempre pensato alla grandezza di una qualsivoglia opera. Il potere dell’immortalità di un testo e di un suono sono costantemente scolpiti nella mia mente… Vivo la creazione di un brano con grande senso di responsabilità, a prescindere dal numero di ascolti e visualizzazioni che farà”.

Altresì alla luce del tuo vissuto, hai fede in qualche sorta di divinità, nel destino (cos’è il destino?), nell’autodeterminazione dell’essere umano quale solo ed unico fabbro della propria sorte? “Quello che so è solo che non ho deciso quando giungere su questa Terra e non deciderò quando andarmene, dunque l’unica cosa che mi resta è scegliere il da farsi nel mentre. La mia religione è il buonsenso, mentre ciò che più mi affascina di quella cristiana è la sua morale. Tale religione  parla di un uomo buono, venuto tra le creature per fare cose buone, per aiutare a scegliere la via del bene e che, purtroppo, è stato tradito e ucciso da chi avrebbe dovuto proteggerlo… È una storia che mi ha sempre affascinato, mi ha aiutato a comprendere e accettare le ingiustizie apparentemente intollerabili che si vivono anche al giorno d’oggi. In buona sostanza, se persino il figlio di Dio, colui che ha creato tutto, non è stato in grado di mettere d’accordo le persone e a farsi comprendere come posso riuscirci io?!”.

Benché io non voglia indurti ad alcuna categorizzazione riduttiva e ingabbiante, dal tuo punto di vista cos’è l’Amore (per se stessi, per gli altri, per situazioni e luoghi, per alcune attività etc.)? Quando si ha avuto tanto dalla vita, bisogna provare a restituire. L’amore per la musica, per l’esistenza e per le persone sono l’unico motivo per il quale vale la pena sopportare tante ingiustizie”.

In quale maniera vivi la libertà e quale volto, quali connotati, ha la tua [di libertà]? Reputi che sia possibile la libertà del singolo pur non trasformandola in egoismo e tirannia del personale e, in caso affermativo, secondo quali termini? “Penso che la nostra libertà, proprio per definizione, finisca là dove comincia quella dell’altro”.

Il 29 luglio sarai protagonista con la band Movida e Rezophonic di un’edizione speciale di Rock Targato Italia, al Legend Club di Milano. Ebbene, per te, il Rock cos’è ossia quale il suo “dna” costitutivo? “Il rock ha dato senso alla mia esistenza, la mia vita stessa è rock…”.

È stato sottolineato che quella di fine luglio sarà una serata magica a Rock Targato Italia 2022, uno spettacolo di forza e qualità e anche un segnale di speranza per tutti coloro che hanno sofferto la pandemia, il tempo sospeso del vietato fare concerti, musica, incontri. Un messaggio – cito – importante che tu hai sintetizzato con <<Ho voglia di COSTRUIRE>>. Passato, presente, futuro: come ti ci sei affacciato ieri e come ti ci affacci oggi all’esistenza e alle tue passioni, nell’ottica proprio della costruzione? Le frasi più utilizzate nel mondo della musica solitamente sono <<Stasera spacchiamo>>, <<Mi raccomando, spaccate>> e così via. Nella mia vita, al contrario, c’è sempre stata l’ossessione del costruire. Non può passare giorno in cui io non crei i presupposti per ideare qualcosa di nuovo… Perfino durante il periodo di pandemia sono riuscito a mettere in piedi un nuovo canale tematico legato al mondo della musica rock: RockerTv. Tale periodo è stato deleterio per tutto il mondo musicale, le imposizioni ricevute non sono state corredate né da empatia, né da reali aiuti atti a dare ristoro economico e mentale al settore. Sono uscito da questi ultimi anni con nuove consapevolezze, ma che preferisco tenere per me”.         

Infine, prima di salutarci, puoi anticiparci quali sono i tuoi prossimi progetti e, magari, rivelarci qualche chicca in anteprima? “Sto lavorando al nuovo cd dei Reophonic, alle nuove trasmissioni di RockerTv, alla produzione di una nuova band, alla creazione del primo RockerTv tour e ad una nuova scuola di musica immancabilmente targata RockerTv School”.

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GIULIA QUARANTA PROVENZANO

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