ANTOLOGIA POETICA DI BRUNO MANCINI

ANTOLOGIA POETICA DI BRUNO MANCINI
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BRUNO MANCINI “2¢ x 1 POESIA”

A partire da oggi, ogni sabato pubblicheremo alcune delle oltre 500 poesie che compongono l’antologia di Bruno Mancini “2 ¢ x 1 poesia” nella quale sono raggruppati tutti i suoi testi pubblicati nei sessant’anni che vanno dal 1957 al 2017 con i titoli:

Davanti al tempo – 1964

Agli angoli degli occhi – 1966

Segni – 1988

Sasquatch – 2000

La sagra del peccato – 2006

Incarto caramelle di uva passita – 2007

Non rubate la mia vita – 2008

Io fui mortale – 2010

La mia vita mai vissuta – 2013

Non sono un principe – 2014.

Introduzione di Bruno Mancini

L’antologia “2 ¢ x 1 poesia” raggruppa tutti i testi che ho pubblicato nei sessant’anni che vanno dal 1957 al 2017, ossia da quando avevo 14 anni fino a quando di anni ne ho avuti 74.

Ciò implica, molto chiaramente, una diversità di temi, interessi, stilemi e via discorrendo che rendono piuttosto articolata la natura delle sensazioni e delle emozioni derivanti dalla loro lettura.

Pubblicarle secondo i canoni del rispetto temporale delle loro origini avrebbe significato un ovvio adeguamento alla prassi, offrendo al lettore una costruzione lineare del percorso stilistico intervenuto nell’evoluzione dei poemi.

Ossia un tragitto ben costruito, praticamente statico, in quanto consolidato in anelli temporali privi di scosse impetuose.

Decidendo, invece, di pubblicare tutte le poesie in un rigido ordine alfabetico, così come le leggerete nelle serie che vi saranno proposte in questa testata giornalistica, ho voluto privilegiare l’intenzione di forzarne le presentazioni mettendo in evidenza, piuttosto che nascondendo, stratificazioni, contrasti, connubi e similitudini che le hanno caratterizzate, differenziando le una dalle altre e ciascuna da tutte.

Forse, come in un gioco a mosca cieca, potrete restare stupiti dalla lettura che vi trasporterà, nel breve spazio di una stessa pagina, da una poesia del giovane ragazzo innamorato dell’amore a quella del maturo cinquantenne stregato da una fata inarrivabile; oppure vi potrà intrigare leggere, una dopo l’altra, alcune poesie scritte nello stesso periodo ma con lirismo completamente differente tra loro. Sarà, questa, una proposta valida?

Bruno Mancini

1) Dalla raccolta di poesie

“Non sono un principe”

(2012 – 2014)

A Casablanca

Farfalle filigranate

in vetri di Murano

questi giorni di stasi e di attese queste notti di sonni convulsi, brutali desideri di muovere la vita.

E ancora non si fermano,

pensieri endecasillabi,

domani, ieri,

sbalzati fuori del presente.

Apro il sipario

sui mondi paralleli

tra patatine fritte e birre popolari, scovo puttana priva di spocchia dietro lo schermo piatto -come da un altro mondo

la sua vocina aliena

sberleffa

“Amor, amor…”-,

accartoccio speranze e delusioni

in plico sigillato

destinatario “Il mio destino”,

umetto la linguella di chiusura

-sigillo gli fu negato-,

sconfino nel banale

lì dove un notiziario intitola

che non c’è festa a Casablanca.

Spiaccicata

scandalosa memoria,

non più brillo d’entusiasmi, contro me stesso, trucido pirata, incatenate anamnesi alla ruota della tortura,

vorrò misura saldo

tra passioni e delusioni,

gemme

tempeste

inganni,

fin quando in sconveniente epilogo folle apoteosi d’una mia poesia sarà farfalla incastonata -mosaico decorativo-

sul girotondo opaco di una coppa.

—————————–

2) Dalla raccolta di poesie

“La mia vita mai vissuta”

(1990 – 2014)

A chi lo dico

A chi lo dico se non mi manca se se non l’attendo se se non la cerco se

se Ignazia se

Ignazia non è Poesia

Ignazia non è Amore

Ignazia non è Addio

Ignazia è la mia vita mai vissuta.

—————————–

3) Dalla raccolta di poesie

“Sasquatch”

(1968 – 2009)

A loro

Non conosco le ragioni,

eppure sono attento,

dei suoi silenzi che ammantano distacchi.

Io vivo ancora.

I figli scalzano

immortali ambizioni, i porti certi dei fratelli.

Il nostro tetto

è il limite del nostro sguardo.

—————————–

4) Dalla raccolta di poesie

“Non sono un principe”

(2012 – 2014):

A me poeta

A me che odo

mi prego.

A me sogno

ti sogno,

a me vivo

ti voglio,

a me stronzo

t’inganno,

a me marrano

ti credo.

Per me poeta

sogno vivo stronzo marrano

sono parole

soltanto parole

al termine dei versi.

—————————–

5) Dal racconto

“Vasco e Medea”

(1986 – 1990)

A Medea

1

Il piccolo bagliore nel

cesto

di lumache

vinceva avvinghiato da

bolle

vischiose

profondi mongoli sonni.

2

Così Medea scoprì il suo

sesso

innaturale

fendendo sfregiando fra

panche

d’intimoriti

silenzi maciullati in urla.

3

Se invece fosti femmina

anima

aliena

the stardust melody show

inno

pacchiano

al mio ottuso incarnato destino.

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