L’ANGOLO DELLA POESIA

L’ANGOLO DELLA POESIA
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DUE POESIE PER LA PACE

di Bruno Mancini

Dalla raccolta di poesie

“Agli angoli degli occhi”

(1962 – 1964)     

Ta – poesia di Bruno Mancini letta da Antonio Mencarini

https://youtu.be/xyumRS6rzyk

Ta – poesia di Bruno Mancini letta da Nicola Pantalone

https://youtu.be/CiOlZl22T9k                        

 TA

 -1-

Ta

ta, tatà, ta

ta, tatà, ta

tatata

ta, tatà, ta

tatà, ta, ta

ta, tatà, ta

ta, tatà, ta

tatatatatatata.

-2-

Spari

le armi parlano.

Dissanguano montagne.

Uomini parlano

le armi parlano.

Le armi tacciano

gli uomini muoiono.

Uomini muoiono

le armi tacciono.

-3-

… in cielo,

sott’acqua, sull’acqua,

nel ferro, vicino al ferro,

vicino all’esplosivo, il fabbro,

il contadino, il borsaiolo:

i corpi.

-4-

Cantano.

I folli cantano.

Uccidere dovrebbero.

La loro pazienza.

La loro mansuetudine.

Il suicidio.

L’omicidio.

La guerra.

La potenza.

Infine.

-5-

Cantano le loro donne,

che a casa partoriscono sole

che zappano sole

che sole

con altre sole

sole vivono

distrutte

voglie.

-6-

Ta

ta, tatà, ta

ta, tatà, ta

sparano altri soli

tatatatatatata

dissanguano montagne

cantano le montagne.

Dissanguano le donne

cantano le donne.

-7-

Alla fine di quelle montagne

esiste il regno dei nostri figli.

Lì, siate eroi per le vostre donne

combattendo lottando vincendo.”

-8-

Applaudono.

I folli applaudono.

Uccidere dovrebbero.

Siate eroi per le vostre donne.

Uccidere dovrebbero.

Combattendo lottando vincendo.

Donne.

Uomini.

Risuscitando.

Eroi.

Dalla raccolta di poesie

“Davanti al tempo”

(1960 – 1963)

Il volo verticale poesia di Bruno Mancini letta dall’autore

https://youtu.be/JsF2BGa6dE8

Il volo verticale poesia di Bruno Mancini letta da Antonio Mencarini

https://youtu.be/wraUuSsETPs

 

Il volo verticale

 Il volo verticale di un elicottero

distinguo

il fumo di un battello

si spande innocuo.

Profeta eccomi.

Vicino ai miei bagliori.

Brucio superfici senza suoni

piuttosto che patire suoni di seghe.

Ricordo il crepitio di una mitraglia

sotto gli archi scuri di un portone

addosso ai cani uomini

il piombo dei proiettili.

E le piante pesanti di corpi

ed i fiori sparsi per terra:

quel grido di pianto di bimba.

Mentre c’erano scarpe chiodate.

Ricordo la cella bassa

e il sapore di aria viziata

– alle volte

sporche

ignobili croci

affannano –

il brusio.

Mentre c’erano scarpe chiodate.

Sua madre sporca di sangue

accoccolata

tra luci ed ombre di ferro.

E lì pensammo di bene e di male,

di male di male e di bene.

E poi capimmo

pietà

che, sola, eri triste.

 

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BRUNO MANCINI

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