“IL FICO D’INDIA ELEMENTO D’ARREDO, E CIBO DELL’UMANITÀ PER IL FUTURO”
DI VITO NICOLA CAVALLO
“A volte, in un volto oscuro, può celarsi la meraviglia di un anima nobile”, Raffaella Marangella ci presenta la nuova linea Human delle “CRASTE”.
L’artista pugliese titolare del marchio “CRASTE”, opera realizzando originali componenti d’arredo, con diversi materiali, come ceramica, tessuti da riciclo, supporti in materiali lapidei e struttura portante in polistirene. “CRASTE” sono delle creazioni in ceramica monocroma e policroma in diverse forme (vasi, caspò, volti) a volte ispirate a grandi artisti come Frida Kahlo , che accolgono in se una struttura portante, che riproduce una ramificazione di fico d’india (in variopinte combinazioni di tessuti).Un complemento d’arredo, con una marcata caratterizzazione mediterranea, ma con un simbolismo che prende origine da popoli lontani, che con la scoperta dell’America ha contaminato cultura e storia del meridione d’Italia. L’idea dell’artista prende forma, dalla fine vegetativa di una pianta grassa, che Raffaella Marangella aveva in casa, a causa della mancanza delle cure necessarie, un spazio della casa che bisogna riqualificare, quindi, in quel luogo arriva il primo vaso in ceramica con ramificazione di fico d’india, “CRASTE”.
Il fico d’India Opuntia ficus-indica è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Cactacee, originaria del centroamerica ma naturalizzata in tutto il bacino del Mediterraneo (soprattutto Sicilia, Calabria, Puglia, Sardegna e Malta) e nelle zone temperate di America, Africa, Asia e Oceania. Due sono i significati simbolici attribuiti al fico d’India: “ardo per te” e “circospezione”; giustificati dalla presenza delle spine che ricoprono la pianta e che suggeriscono la massima cautela nel raccogliere i frutti, ma approfondiamo la storia e le sue origini. Gli antichi Aztechi lo chiamavano NOPALLI e lo consideravano come il loro simbolo. Secondo la tradizione azteca, quando ancora questo popolo vagava senza una meta nelle lande desolate del Messico settentrionale, diceva che quando avrebbero visto un’aquila appollaiata su un cactus, li avrebbero dovuto costruire la loro patria. La leggenda vuole che tale evento si avverasse su un’isolotto deserto di un lago della zona della valle del Messico. Qui fondarono quella che diventò la loro splendida capitale TENOCHTITLA il cui nome significava: ” il luogo dove abbandono i frutti del cactus NOPALLI che si erge sulla grande pietra”. Oggi il fico d’india appare nello stemma della Repubblica Messicana. La pianta arrivò nel Vecchio Mondo verosimilmente intorno al 1493, anno del ritorno a Lisbona della spedizione di Cristoforo Colombo. Il fico d’India, della quale si distinguono diverse cultivar in base alla colorazione della polpa del frutto bianca, gialla, rossa, la pianta risulta da un aggregazione di articolazioni carnose costituenti le pale o cladodi, oggi, è però al centro dell’interesse dei ricercatori di varie università per i suoi componenti colorati di cui è stata accertata l’efficacia anti radicalica e antiossidante certamente utile nella
prevenzione di molte malattie degenerative e di alcuni tumori. I fichi d’India resistono alla siccità, assorbono l’anidride carbonica, sono nutrienti e possono essere un ottimo mangime per gli animali da allevamento. Per la FAO sono il cibo del futuro. Sarà il cibo del futuro che grazie alle sue peculiari proprietà, sia nutritive che di adattamento, potrà fornire sostentamento a milioni di persone nelle zone più aride del pianeta, oltre che al bestiame. A stimarlo è stata la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite. Con i cambiamenti climatici che avanzano inarrestabili, la desertificazione e il boom demografico, che porterà la popolazione umana a quasi 10 miliardi di individui nel 2050, le fonti di cibo tradizionali diverranno sempre più scarse, e sarà necessario rivolgersi a prodotti più ‘virtuosi’ e in grado di adattarsi meglio alle nuove condizioni. Questa pianta ha innanzitutto una spiccata resistenza alla siccità, grazie a un metabolismo peculiare che la protegge dalla dispersione dei liquidi. Basti pensare che in un ettaro di coltivazione questi cactus possono conservare nelle loro pale fino a 180 tonnellate di acqua. La proprietà si accompagna alla capacità di assorbire concentrazioni elevate di anidride carbonica, il principale gas serra responsabile dei cambiamenti climatici. Un ettaro di coltivazione riesce a eliminare sino a 5 tonnellate di CO2 dall’atmosfera. Sempre da un ettaro di coltivazione si riescono a ottenere ben 20 tonnellate di frutta, come avviene in Italia, e dove vengono utilizzati sistemi di irrigazione si può arrivare anche a 50 tonnellate. La FAO ha messo a punto uno studio, dove ha indicato tutti i vantaggi dei fichi d’India. Chiediamo a Raffaella Marangella di
raccontarci la sua storia e e della sua azienda “CRASTE. Sono Raffaella Marangella mamma quarantenne di due splendidi gioielli Samuele ed Alice, vivo in Puglia a Grottaglie, anche se, per molti anni ho seguito la mia sete di conoscere e scoprire, vivendo e lavorando altrove.Ho attraversato un periodo turbolento, durante il mio matrimonio oramai finito, arrivando a restare completamente annullata da questo, per motivi economici ho cercato di dare un radicale cambiamento alla mia vita, e quindi, un giorno, dopo aver fatto morire una pianta grassa, ho deciso di crearne una finta per abbellire il mio ambiente domestico.
Singolare coincidenza, quindi arriva CRASTE, perché questo nome?
Ho deciso di chiamarle CRASTE, perché nel dialetto del mio paese la Crasta è il tipico vaso in terracotta interamente fatto a mano al tornio dai migliori maestri ceramisti grottagliesi, si perché Grottaglie è la rinomata città delle ceramiche, ed ho voluto ricreare all’interno le pale o cladodi del fico d’india, un elemento fortemente caratterizzante nelle regioni del sud, dunque legato alle mie radici.
Quindi l’idea di cosa è sinonimo?
Per me CRASTE è sinonimo di resilienza e rinascita. È il simbolo, l’idea, l’intuizione che mi ha permesso di essere ad oggi un artista, una creatrice ma soprattutto nel mio umilmente piccolo laboratorio, un imprenditrice.
Cosa hai compreso con la realizzazione di questo componente d’arredo?
Ho capito che CRASTE poteva essere qualcosa di più di un oggetto creato casualmente per me, quando si è scatenato un passaparola enorme di richieste, dagli amici fino ad arrivare un giorno a BEPPE FIORELLO che mi contattò su Instagram, e poi Albano Vasco, Renga, Carboni, Branduardi, Rossella Brescia, i Boomdabash, Leo Gullotta, Pino Insegno e tanti altri. Li ho capito che dovevo coltivare la mia passione e la mia creatività. Guardando le pagine dei social dedicati a CRASTE, si vede che hai un impegno costante, e le forme ed i decori si “sprecano”, ampia ispirazione? Non vi è un ispirazione, do’ sfogo alle mie idee, visualizzo nuove forme, nuove altezze, nuovi vasi, nuovi decori, per renderli poi realtà, sono CRASTE dipendente h24, la mente non si ferma mai.
Quali le difficoltà che incontri?
Le difficoltà per una donna in carriera o comunque lavoratrice, sono il districarsi tra figli, scuole, lavoro, casa ed impegni vari. A me piace occuparmi di tutto delegando il meno possibile, dunque faccio i salti mortali per poter fare tutto e spero di farlo bene.
Perché piacciono queste opere d’arte?
Non so perché piacciono, forse perché è un idea fresca e nuova, cangiante mai statica, mai stancante, perché la vasta gamma di tessuti colori e vasi, permette di spaziare continuamente e modificare ogni singola creazione a seconda dei gusti del committente. Dunque la bellezza sta anche nel soddisfare ogni gusto ed ogni idea. Spesso mi dicono FAI TU, e per un artista è la cosa più bella che ci si possa sentir dire.
Quali i progetti futuri?
I miei progetti futuri, o meglio in corso direi, sono quelli di ingrandirmi per soddisfare la mole di richieste che ogni giorno riceviamo, perché essendo CRASTE interamente fatto a mano, l attesa diventa più lunga. Dunque stiamo cercando di diventare Azienda con la A maiuscola con impegno, dedizione e rispetto. Le CRASTE attualmente sia acquistano o prenotano prevalentemente tramite i canali social FACEBOOK PAGINA CRASTE, INSTAGRAM PROFILO CRASTE.PUGLIA, IN PROGETTO L E-COMMERCE ED IL SITO UFFICIALE, in più abbiamo gli store rivenditori attualmente Otranto Grottaglie e Foggia, ma stiamo incrementando anche questi ultimi.
Il messaggio di Craste, qual’ è?
Il messaggio che sottolineiamo sempre costantemente e a gran voce con CRASTE, è che da ogni situazione difficile nella quale la vita ti può far ritrovare, basta credere in se stessi ed osare, basta avere lo stimolo giusto per rialzarsi più forti di prima, che le donne devono denunciare e non sottostare al male, che tutte abbiamo il diritto di sognare ed il diritto di essere rispettate, il diritto di vivere e di ESSERE, nessuno deve permettersi mai di annullare nessuno, né con violenza fisica, ne con quella psicologica .
Hai mai pensato di mollare?
Si ho pensato più volte di mollare, perché credi di non farcela, perché l’imprenditoria rispetto ad uno stipendio è sempre incerta, ti porta a non staccare, ti porta ad avere responsabilità enormi, ma poi tutto passa, perché quando ho avuto questi momenti mi bastava leggere quello che la gente mi scriveva, mi bastava leggere negli occhi di chi mi ama fiducia…ed il coraggio di continuare tornava. Ad oggi CRASTE è il mio lavoro è un marchio d’azienda coperto da copyright a tutti gli effetti.
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